Scritta da: Andrea Auletta

Ma sarai aria (ad Anna)

E penserò a te,
ai desideri che sperammo.
Ti cercherò nei sorrisi
già scoppiati in gola,
in ogni piccolo gesto o nel foulard
sempre legato al collo.

E mi alzerò, amica mia.
Mangerò il solito uovo strapazzato
e ingoierò il solito caffè amaro.
Poi farò le scale per uscire
(il mio cane abbaierà),
ma tu non ci sarai.

Non chiamerai per dirmi: come va?
E nemmeno mi dirai di te, del tuo
sangue amaro poi addolcito.
Non avrò più il pensiero di sapere come stai,
e nemmeno quello di scegliere dove
mangiare una pizza cotta bene.
Perché tu, non ci sarai.
Non ascolterai, non parlerai,
non riderai e non piangerai.
Non ci sarai.
Non sarai in nessuno dei luoghi
che ospitarono i tuoi passi felici e incerti,
sempre cauti sul ciglio della rupe.

Forse, passeggerai nei miei ricordi
con le tue scarpe basse, quel foulard
legato al collo e gli occhi vispi.
E mi verrai incontro sorridendo,
amica cara...
Ma sarai aria
nel mio abbraccio appena chiuso.
Composta sabato 3 marzo 2018
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    Scritta da: Andrea Auletta

    Sono ritornato sul lago

    Sono ritornato sul lago
    che non ti ho mai mostrato,
    era luminoso come la tua fronte alta
    e fermo come le parole in gola
    che non ti ho mai detto.

    Ho sentito l'aria cantare
    con la voce soffiata del vento
    che non ti ha mai spettinata,
    il bagliore del pelo, vibrava.

    Mi sono seduto sotto l'albero
    quello più grosso,
    lasciando libero il posto
    che non hai mai occupato,
    ho accigliato lo sguardo sull'acqua
    e allora il pesce d'argento
    ha fatto il guizzo che non hai mai visto
    e le sue squame brillavano...
    e ti ho sorriso con il sorriso
    che non ho mai fatto.

    Poi mi hai guardato in viso
    nell'istante che non è mai accaduto
    e mi hai dato il bacio che non ho mai avuto
    ... e che non mi è mai mancato.
    Composta martedì 13 febbraio 2018
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      Scritta da: Andrea Auletta

      Io sì

      Io sì, ti ho incontrata
      ma tu non mi hai più visto.
      Ti ho riconosciuta al primo
      passo nel giardino,
      come una foglia riconosce
      il vento e vibra.
      Ed eri proprio tu: il soffio che
      suona il fischio, il raggio che
      dichiara il giorno.

      Io sì, io sì
      ti ho rivista nella carne nuova
      e il tempo della morte
      (prima di rinascere)
      è stato generoso
      o solo un po' distratto,
      perché mi ha lasciato
      un punto di memoria,
      sgocciolato alle fauci dell'oblio,
      ed è lì che poi ti ho ritrovata.

      Ma posso solo guardarti in vita,
      mentre parli e sorridi
      come se non mi avessi visto mai.
      Perché tu - sì, tu - là dentro ancora muori.

      Ahi! Cosa farò per risvegliarti.
      Composta mercoledì 7 febbraio 2018
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