Scritta da: Giuseppe Freda
Un amore che finisce non era amore. Perciò, se non ami più, non illuderti di aver amato: innamorarsi è un viaggio dell'anima che non prevede ritorno.
Composta sabato 10 dicembre 2011

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    Scritta da: Giuseppe Freda
    Ha partecipato al concorso
    VIIº concorso letterario internazionale di PensieriParole

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    Concordo con te Giuseppe la tua frase coglie un aspetto che viene spesso ignorato, siamo troppo abituati a tutti gli epiteti banali sull'amore che cercano di spiegarlo illustrandone ora questo ora quest'altro aspetto, l'amore ha una sola connotazione, che è quella che hai dato tu Giuseppe, l'amore non ha rabbie non ha rancori, l'amore è la felicità fatta evidente, la felicità infatti non è mai evidente a chi la vive, se non poche volte quando amiamo dal profondo la vita e non ne sentiamo il peso che grava sulle nostre spalle quando abbiamo il tempo per contemplarla e non la mancanza di tempo per disprezzarla come avviene spesso al giorno d'oggi. Per quanto concerne il dolore concordo sempre con te Giuseppe, il dolore non deve essere un arma per il nostro essere meschini ma più intelligentemente deve divenire uno strumento di trasformazione, ogni volta che viviamo un amore, un amore vero ben inteso, viviamo una muta siamo come dei bozzoli ed è demandato a chi dice di amarci la nostra completa  trasformazione, possiamo rimanere eternamente dei bozzoli, fortunati in quel caso per l'intensità dell'amore e del trasporto che viviamo oppure possiamo trasformarci in seguito al dolore alla delusione vissuti, il dolore deve essere trattato alla stregua dell'amore con la medesima importanza, sarà lo stesso che ci porterà verso nuovi orizzonti, anche se è pur sempre vero che il troppo dolore finisce per renderci insensibili isolati, soprattutto per chi è profondamente sensibile nell'animo, ecco perchè, posso aggiungere a quello che già dici tu Giuseppe, nella vita di ognuno gli amori quelli veri se ne vivono un numero finito contato sulle dita di una mano, dipende dal nostro animo, in ogni amore perdiamo un po di disillusione che è l'unico alimento che rende eterno l'amore (ecco perchè oggi si avverte una così grande mancanza di amore, le persone bruciano le tappe della loro esistenza senza dare a queste ultime il loro vero valore), si arriva poi ad una senilità del cuore che ci costringe ad arrivare a patti ad accettare, quegli amori fugaci vani, quegli amori che conservano solo la parvenza di amore o che peggio ne conservano solo il nome, forse per moda o per vergogna, ma con la consapevolezza che quello che accettiamo è solo un modo per sentirsi soli e non per amare.  *****
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    Caro Paolo, capisco il tuo pensiero; ma io parto da un altro presupposto, che è il seguente: veniamo al mondo soli e ce ne andiamo soli. Quindi per me l'amore non è un sentimento di coppia, ma individuale.
        Questa semplice considerazione reca con sé un importante corollario: ciascuno di noi è una sorta di "filtro del mondo", e dentro ciascuno di noi il mondo e gli eventi creano immagini diverse, talora solo nelle sfumature, talora in modo radicale. Se passi una giornata con tre o quattro amici tutti veri e sinceri, e chiedi loro di fornirti un resoconto del vissuto individuale, ti rendi conto che, malgrado l'apparenza, non vi è stato un vissuto collettivo, ma un caleidoscopio di quattro o cinque vissuti diversi.
       Orbene, io credo che nell'amore si verifichi più o meno la stessa cosa. Ci sono due diversi universi che entrano in contatto; ma ciascuno conserva il proprio "filtro" e la propria chiave di interpretazione della realtà. L'amore, dunque, non è un bene di cui vi siano due comproprietari, ma in ogni rapporto ve ne sono due: ciascuno vive il "suo" amore.
        In questo contesto, ciò che a mio avviso conta è la scintilla capace di accendere il fuoco dal nulla. Questa scintilla può essere molto diversa per i due "innamorati": più superficiale o più profonda; con un peso maggiore, nell'uno o nell'altro dei due, alla fisicità, o alla fantasia, o all'ammirazione, o al rispetto, alla genialità, alla forza, alla debolezza da proteggere, alle mille cose cui si interessa l'amore. Tutto ciò che viene dopo fa parte di approfondimenti, di contemperamenti, di comprensione reciproca, di fiamme che si abbassano e si rialzano, è amore in itinere, "amore in evoluzione". Ma il vero miracolo è la scintilla. La quale, in uno stesso rapporto, può anche naturalmente scoccare più e più volte; ma ogni volta è una scoperta nuova, e diversa in ciascuno L'amore è meraviglioso quando quella scintilla scocca di continuo, questo sì. Ci si innamora continuamente.
       Insomma a mio avviso è proprio nella sensazione meravigliosa dell'innamorarsi il miracolo dell'amore, e ciò che di esso non può mai essere rinnegato. Tutto il resto, cioè l'amore in evoluzione, può durare e anche finire. Anzi: è destinato per sua natura a m0rire con noi, che non siamo eterni. Ma rinnegare quella scintilla e ciò che si è provato, se era davvero amore, è rinnegare se stessi. Perciò ritengo un assurdo quel "non ti amo più": secondo me uno che abbia amato, anche per un solo istante, mai e poi mai potrà "non amare più". Potrà andar via, semmai anche fuggire da un rapporto difficile o addirittura divenuto impossibile; ma mai non amare più. Ripeto: rinnegherebbe se stesso.
        Di solito, però,coloro che dicono "non ti amo più" intendono dire un'altra cosa: continuo ad amare una persona (anche semmai solo fantastica) CHE NON ESISTE PIU'.
        Il che è ugualmente avvilente; ma fa purtroppo parte del gioco del tempo e della vita.
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    Ciao Giuseppe, sono perfettamente d'accordo con i tuoi concetti espressi, nella frase e nei commenti, sull'amore.
    Desidererei un chiarimento però. Nella tua frase colui che non ha mai amato veramente è colui che pone termine al rapporto, ma nel caso di colui che subisce la terribile frase:"Non ti amo più"  contempli che possa aver amato veramente. Per meglio esprimermi, partendo dal presupposto che l'amore è un sentimento di coppia, è possibile che uno solo dei due individui possa aver amato,anche se il rapporto termina?

    Per molto tempo ho creduto che l'amore potesse essere vero anche se fosse "sbilanciato" nei due individui.
    Oggi credo che l'amore vero sia come quel gioco per bambini con un asse  ed il fulcro al centro, dove ci si siede sui due estremi dondolandosi a vicenda.
    Se i due soggetti non hanno un peso simile, finirà che senza quell'equilibrio, uno dei due si stancherà di sforzarsi di continuo, mentre l'altro, si annoierà per la mancanza di impegno necessario per rendere il gioco interessante.
    Per comprendere tutto ciò, è necessario incontrare qualcuno che dia all'amore lo stesso peso che gli diamo noi che non farà che aumentarne esponenzialmente il valore.

    Saluti.
    p.s.
    A titolo informativo, il mio voto è 9 perchè "innamorarsi" lo sostituirei con "amare". L'innamoramento credo sia una fase con un termine, in cui idealizziamo la persona credendola perfetta. L'amore è conoscerne i difetti nel tempo e riuscire ad accettarli.
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    postato da , il
    Sinceramente, io colgo e ho sempre colto le parole "non ti amo più" come avvilenti per chi le pronunzia e per chi le riceve, e del tutto prive di significato. Tant'è che ho pronunziato, in taluni casi di chiusura (che è sempre dolorosa) di un rapporto affettivo, ogni genere di parole, comprese talune di forte potenziale offensivo, ma non quelle. Meglio, per me, pensare di non aver mai amato, o addirittura di esserne incapaci.
        Tuttavia... se ci penso bene, non riesco a fornirne una motivazione razionale, a spiegarne compiutamente il perché.
        Forse perché ho dell'amore, anche quello profano oltre che quello sacro, un concetto troppo elevato e stilnovistico per poter accettare che venga e vada come un soffio di vento.
    27
    postato da , il
    L'amore non è un sogno è un viaggio, a volte senza ritorno.



    Ve la cedo...  :)

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