Quando la musica ci costruisce il corpo e l'anima siamo liberi di volare e di viaggiare attraverso le masse di popoli che cercano d'ascoltare i nostri battiti di note sospesi nel pentagramma della vita.
Se il cielo piange tu bagnati delle sue lacrime e asciugati dei suoi arcobaleni allo spuntare delle sole.
La poesia non porta più i calzettoni di un tempo, ma indossa le calze a rete della spregiudicatezze di uomini e donne che vivono senza pregiudizi e diversità che gridano libertà e amano i colori della pelle della sensibilità.
Oltre i confini dei sogni c'è solo musica. Che vuole essere ascolta.
Le parole della sera si disperdono nei tramonti e si congiungo nella fantasia dei cuori che si cercano negli spazi infiniti dell'eterno amore.
La poesia riesce a volare nel tramonto del giorno che torna a sognare.
Noi siamo musica che lasciamo volare via liberamente tra le parole della poesia.
La musica è quel cibo giornaliero che serve a realizzare i nostri sogni che si sono addormentati in quei cassetti del tempo che passa e sbianca le menti e i capelli dell'età che avanza e va.
Non sempre nelle parole si trova il conforto del cuore.
I miracoli esistono e fanno parte del nostro viaggio virtuale che con la fede rivolgiamo a quel cielo, che copre la nostra testa e che si lascia bagnare da quelle lacrime celesti che angeli ci sanno donare.