Scritta da: Fabio Privitera
Possiamo dimenticare ciò che ci piace, non ciò che ci sconvolge. Questo resta attaccato alle pareti del nostro intestino e diventa parte del nostro normale metabolismo.
Composta martedì 12 gennaio 2010
Possiamo dimenticare ciò che ci piace, non ciò che ci sconvolge. Questo resta attaccato alle pareti del nostro intestino e diventa parte del nostro normale metabolismo.
La risposta migliore che avrei potuto darti, mi viene in mente sempre una volta tornata a casa.
Il coraggio, uno non se lo può dare.
Ma noi uomini siam in generale fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi; sopportiamo, non rassegnati, ma stupidi, il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile.
Solo il silenzio è grande; tutto il resto è debolezza.
Se fossimo noi a scrivere la nostra storia, rischieremmo di vivere una noiosissima commedia. Per fortuna la Vita possiede un più fervida fantasia.
Se esser folli significa trafugare di tutto ciò che è vita, allora sì, voglio esser folle!
Appoggiai il telefonino sulla scrivania e mi guardai intorno. Avevo voglia di gridare a squarciagola.
"Tutto, pur di farla felice" - dissi a me stessa.
Alla fine ho pianto. Era tanto che non lo facevo. Anche se mi impegnavo e mi sforzavo, non ci riuscivo. Le lacrime non conoscevano da troppo tempo la forma delle mie guance, la linea del mio viso, la luce del di fuori. Silenziose per natura, arrivate agli occhi cadevano all'indietro giù fino in fondo al cuore che sempre più faticava a galleggiare.