Scritta da: Luca Englaro
in Frasi & Aforismi (Saggezza)
Continua ciò che hai cominciato e forse arriverai alla cima, o almeno arriverai in alto ad un punto che tu solo comprenderai non essere la cima.
Commenta
Leggi qui le migliori Frasi sagge e frasi sulla saggezza, insieme ad aforismi, citazioni, pensieri, consigli e suggerimenti per vivere meglio, grazie ai più grandi pensatori della storia dell'umanità. Le parole giuste al momento giusto raccolte in queste pagine.
Continua ciò che hai cominciato e forse arriverai alla cima, o almeno arriverai in alto ad un punto che tu solo comprenderai non essere la cima.
Non c'è bisogno di correre. Non importa cosa succede intorno a te, mantieni un passo pacato che ti permetta di rimanere in sintonia con la brezza gentile della meditazione.
E appena te ne dimentichi, ritorna in quello spazio, semplicemente e senza sentirti in colpa. Sii la quiete nella tempesta.
Non credere a nulla, non importa dove l'hai letta o chi l'ha detto, neppure se l'ho detto io, a meno che non sia affine alla tua ragione e al tuo buon senso.
Un uomo deve imparare molte cose, e quando non è più in grado di imparare diventa uno qualunque.
La più grande educazione al mondo è osservare i maestri al lavoro.
I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere... Occorre dunque essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare ad altri il nostro giudizio e la nostra volontà.
Il primo passo di ogni grande sapere è il sapere di non sapere.
Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
Intuì con la comprensione di un adulto che questioni di realtà concreta diventano non insignificanti, ma meno vitali quando le si esamina al cospetto della maschera quieta e silenziosa della morte. Lo capì con la comprensione di un adulto e lo accettò con il sollievo di un adulto. Fu un'orma fuggevole, l'impronta di una scarpa nella sua mente. Così in un bambino sono tutte le impressioni adulte; è solo negli anni a venire che il bambino capisce di essere stato formato, plasmato da esperienze casuali; tutto quello che rimane nell'istante oltre l'impronta è quell'odore pungente di polvere da sparo che è l'accendersi di un'idea che prescinde dal numero effettivo dei suoi anni.
Una mattina, un contadino bussò energicamente all'uscio di un convento e, quando il frate portinaio aprì, l'uomo gli porse un magnifico grappolo d'uva.
"Caro frate portinaio, questa è l'uva più bella mai prodotta dal mio vigneto. E sono venuto qui per regalarvela".
"Grazie! La consegnerò immediatamente all'Abate, che sarà felice di questa offerta".
"No! Io l'ho portata per voi".
"Per me? Io non merito un dono della natura così bello".
"Ogni volta che ho bussato al portone, voi avete aperto. Quando ho avuto bisogno d'aiuto perché il raccolto era andato distrutto a causa della siccità, voi mi avete dato un pezzo di pane e un bicchiere di vino, tutti i giorni.
Desidero che questo grappolo d'uva vi rechi un po' dell'amore del sole, della bellezza della pioggia e del miracolo di Dio".
Il fratello portinaio posò il grappolo davanti a se e passò tutta la mattina ad ammirarlo: era veramente bello.
Per questo, decise di consegnare il dono all'Abate, che lo aveva sempre incoraggiato con le sue sagge parole.
L'abate fu assai contento di quel regalo, ma si ricordò che nel convento c'era un fratello malato, e pensò: "Gli darò questo grappolo d'uva. Chissà che non arrechi un po' di gioia nella sua vita".
Ma quell'uva non rimase molto a lungo nella cella del frate ammalato perché questi si disse: "Il fratello cuoco si è preso cura di me, nutrendomi con i piatti migliori. Sono sicuro che quest'uva lo renderà molto felice".
Quando all'ora di pranzo, il frate cuoco si presentò con il pasto, gli consegnò il grappolo.
"È per voi! Poiché vivete in contatto con i prodotti che la natura ci offre, saprete cosa farne di quest'opera di Dio".
Il frate cuoco rimase affascinato dalla bellezza del grappolo e fece notare al suo aiutante la perfezione degli acini. Erano talmente perfetti che nessuno avrebbe potuto apprezzarli meglio del frate sacrestano, il responsabile del Santissimo Sacramento, che molti nel monastero consideravano un sant'uomo.
Il fratello sacrestano, a sua volta, donò l'uva al novizio più giovane, dimodoché questi potesse comprendere che l'opera di Dio risiede anche nei minimi dettagli della Creazione.
Quando il novizio la ricevette, il suo cuore si riempì della Gloria del Signore, perché non aveva mai avuto un grappolo così bello. Ma, nel medesimo istante, si ricordò della prima volta, che era venuto al monastero e di chi aveva aperto l'uscio. Era stato quel gesto che gli aveva consentito ditrovarsi adesso in quella comunità di uomini che sapevano apprezzare i miracoli.
Così poco prima del calare della sera, eglì portò il grappolo d'uva al fratello portinaio.
"Mangiate e rallegratevi" disse. "Perché voi passate la maggior parte del tempo qui da solo, e quest'uva vi farà molto bene. "
Il frate portinaio capì allora che quel regalo era veramente destinato a lui; assaporò ogni acino di quel grappolo e si addormentò felice. In questo modo, il circolo si chiuse: un circolo di felicità e gioia, che si estende sempre intorno a chi è in contatto con l'energia dell'amore.