Scritta da: Elena
in Frasi & Aforismi (Libri)
"Ma se avessi trovato... " S'interruppe e inclinò la testa. "Stavo per dire se avessi trovato qualcuno, ma non lo dirò. Se avessi trovato te [...]"
dal libro "Eclipse" di Stephenie Meyer
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"Ma se avessi trovato... " S'interruppe e inclinò la testa. "Stavo per dire se avessi trovato qualcuno, ma non lo dirò. Se avessi trovato te [...]"
Ecco perché ero là. Ecco perché ero pronta ad affrontare qualunque accoglienza, al mio rientro. Perché, dietro alla rabbia e al sarcasmo, Jacob soffriva. Ormai glielo leggevo negli occhi. Non sapevo come aiutarlo, ma sapevo di doverci provare. Era il minimo che potessi fare per lui. Perché mi sentivo colpita dal suo stesso dolore. Jacob era diventato parte di me, ormai era impossibile tornare indietro.
"Penso abbia a che fare con l'inevitabilità della loro unione. Niente può separarli: né l'egoismo di lei, né la cattiverie, e alla fine la morte..." Valutava le mie parole con espressione pensierosa. Dopo qualche istante sfoderò un sorriso ironico. "Continuo a pensare che sarebbe una storia migliore se uno dei due avesse almeno un pregio."
"Forse il punto è proprio questo", replicai "l'unico pregio che hanno è il loro amore."
"Spero che tu non sia tanto temeraria da innamorarti di una persona così... malevola."
"Ormai è tardi per decidere di chi innamorarmi. E nonostante le raccomandazioni, mi sembra di essermela cavata piuttosto bene."
Ridacchiò. "Sono lieto ce tu ne sia convinta."
"Domande eccellenti". "È quello che voi scienziati sembrate non capire mai: i perché sono sempre più importanti dei come".
In principio queste parole la facevano piangere; ma poi, con l'esser sempre respinta, s'indurì; e s'accontentava di ridere quando io le suggerivo di dir ch'era pentita della propria cattiveria, e di chiedere perdono.
Lui era come lei, era come il suo angelo custode, sai... era venuto apposta da un luogo pieno di cattiveria e di dolore... era venuto ad avvertirla... per salvarla.
A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose l'uno dell'altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi s'incrociano per un secondo e poi sfuggono, cercando altri sguardi, non si fermano.
Passa una ragazza che fa girare un parasole appoggiato alla spalla, e anche un poco il tondo delle anche. Passa una signora nerovestita che dimostra tutti i suoi anni, con gli occhi inquieti sotto il velo e le labbra tremanti. Passa un gigante tatuato; un uomo giovane coi capelli bianchi; una nana; due gemele vestite di corallo. Qualcosa corre tra loro, uno scambiarsi di sguardi come linee che collegano una figura all'altra e disegnano frecce, stelle, triangoli finché tutte le combinazioni in un attimo sono esaurite, e altri personaggi entrano in scena: un cieco con un ghepardo alla catena, una cortigiana col ventaglio a piume di struzzo, un efebo, una donna-cannone. Così tra chi per caso si trova insieme a ripararsi dalla pioggia sotto il portico, o si accalca sotto un tendone del bazar, o sosta ad ascoltare la banda in piazza, si consumano incontri, seduzioni, amplessi, orge, senza che ci si sfiori con un dito, quasi senza alzare gli occhi.
Una vibrazione lussuriosa muove continuamente Cloe, la più casta delle città. Se gli uomini e donne cominciassero a vivere i loro effimeri sogni, ogni fantasma diventerebbe una persona con cui cominciare una storia d'inseguimenti, di finzioni, di malintesi, d'urti, di oppressioni, e la giostra delle fantasie si fermerebbe.
Gregorio Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo.
Non era lo spino che si curvava verso i caprifogli, ma i caprifogli che abbracciavano lo spino. Nessuna concessione reciproca: l'una non cedeva mai, e gli altri si piegavano sempre.
A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa? I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati i dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti fin dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di non farne più parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi: il tempo lo trasformerà, ne sono sicura, come l'inverno trasforma le piante. Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste ed immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario. Nelly: io sono Heathcliff! Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito: non come un piacere, allo stesso modo ch'io non sono sempre un piacere per me stessa, ma come il mio proprio essere. Così, non parlar più di separazione: ciò è impossibile e...