Vivere è stata la medicina del primo periodo, anche se era ovvio che non sarebbe bastata; ma all'inizio avere i miei tempi, passeggiare senza fretta, ascoltando il mio passo, mi ha aiutato ad eliminare i piccoli tormenti. Diventavano effimeri. Affrontavo ogni cosa in maniera differente. Ero più attanto. Trovavo la felicità nel concedermi del tempo per pensare, per ascoltarmi e per ascoltare. Prima facevo continuamente cose per distrarmi da me e dalla mia vita, invece ora facevo il contrario. Appena potevo scappavo subito da me, e godevo della mia compagnia, dei miei pensieri e delle mie domande. Mi sentivo come se mi fossi fidanzato.
è vero, a volte fuggiamo dalla nostra stessa vita; riempiamo ogni nostro giorno freneticamente per distrarci da noi stessi, facciamo mille cose, creiamo un assordante "rumore" per non sentire i nostri pensieri, il caos di sensazioni che abbiamo dentro, per non prendere atto di noi stessi e di ciò che ci sta accadendo. E invece, appropriarci di noi consapevolmente, affrontarci, riuscire a stare davvero con se stessi, Viversi davvero....è questo che dovremmo sempre fare. Del resto, non possiamo evitarci per sempre!
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