Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.
Salvatore, ricordo un episodio personale.
Il mio medico di famiglia si candidoò in una lista politica e, in confidenza, espresse un giudizio negativo sul partito di appartenenza e con tanta tristezza disse che era necessario appartenere ad uno schieramento politico, diversamente era nessuno.
Salvatore, per carità, Castro è una goccia nel mare di ipocrisia, spietatezza, torture passate e presenti da parte dell'onorata società che vede la pagliuzza nell'occhio del fratello.
Ed ecco altri punti di vista
"Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono »
(La moglie del medico) Da Cecità (romanzo)
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