Come poesia che sgorga dall'inchiostro del poeta, l'amor, dal cuore mio tracima, tavolgendoti... Colto all'improvviso e trascinato nei vortici miei, senza timor, ti abbandoni alla corrente.
Come uno sconosciuto, il giorno che verrà si presenta in un filo di luce mattutina e, quando ormai, è diventato un vecchio amico, saluta tutti, scomparendo nella notte, tra le stelle.
Tu, faro nella notte, io, nave tra le onde... La luce mi indica la rotta ed approdo nel tuo porto sicuro ed accogliente... Imparerò a non avventurarmi più nelle tempeste?
Come se fosse un film, guardo la mia vita da semplice spettatrice. E, tutto ciò che mi circonda, non fa altro che aumentare quella sensazione di essere lì, ma non per davvero. Mi sento così a disagio che vorrei sparire. Non sono mai stata veramente me stessa se non a sprazzi, come una di quelle lucine intermittenti che vengono utilizzate per decorare gli alberi di Natale. Sono stanca di accendermi e spegnermi. Più mi illumino, più mi sento vuota ed inutile dopo. Lasciatemi staccare la spina.
Tra noi, l'infinito! Lontananza incolmabile fatta di persone, parole, chilometri... Le nostre mani si tendono cercando di stringersi, ma la tempesta di eventi si scatena, allontanandole sempre di più.
Vorrei che ti prendessi cura di lei, Dio. Lei che non vuole più saperne di me. Vorrei solo che avesse qualcuno accanto che la sostenesse nel suo cammino. Vorrei seguirla io, anche da lontano, ma non ho alcun diritto di farlo e non ho nessun altro di cui possa fidarmi. Quindi rimango nascosto e lo chiedo a te. Sì, ci sono cose più importanti a cui dovresti pensare, ma non è colpa mia. È colpa tua, Dio, perché sei tu che hai insegnato a noi uomini cosa significhi "Amare".
Salmastre illusioni portate dal mare si posano sulla pelle ed il cuore sussulta... Nascono amori evanescenti che per un attimo accendono la passione, poi, sfumano come il sole al tramonto.
Gli occhi si perdono tra le rotondità delle colline, appoggiate su prati sconfinati... Un fiumiciattolo, piccolo sentiero d'acqua nell'erba, scompare all'orizzonte di questo scorcio di Toscana.
Vorrei che tu ti fidassi di me. Vorrei conoscere le tue angosce e le tue paure, così da poterti consolare. Vorrei sapere i tuoi desideri, i tuoi sogni, le tue aspirazioni ed aiutarti a realizzarli. E, quando sarai triste e piangerai, vorrei asciugare le tue lacrime e farti sorridere. Mentre, quando sarai abbattuto, io ti mostrerò che c'è sempre qualcosa di bello per cui alzarsi la mattina e ringraziare di essere al mondo. Ma, più di ogni altra cosa, vorrei capirti come sai fare tu.