Scritta da: Rossella Porro
Ecco, vedi, io mi sono innamorato due volte nella vita, ma sul serio, e tutt'e due le volte ero sicuro che sarebbe stato per sempre e fino alla morte, e tutt'e due le volte è finita e non sono morto.
dal libro "Knulp" di Hermann Hesse

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    Scritta da: Rossella Porro
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    sabato 1 dicembre 2012

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    di vero credo che ci sia solo che ''sempre'' non esiste.....ma la moerte si!!!esiste ed e' per sempre.....
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    Certo, è possibile; ma una "semplicioneria" del genere è lecito attendersela da un qualsiasi clochard (semmai anche un po'  "fatto a vino", giacché il fatto è lapalissiano), non da un vagabondo "di razza" che esprime nientemeno che il pensiero (o il sentimento) di Hermann Hesse.
         Ché, se così fosse, potrebbero apparire avvalorate le gravi valutazioni espresse, impietosamente,  da Vincenzo Cataldo...         : ((
    28
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    L'interpretazione potrebbe essere molto più semplice di quel che si crede..senza dover andare a scomodare..il dolore..la capacità di rialzarsi...o il concetto di amore eterno. Kulp fa una constazione: si è innamorato due volte nella vita ed entrambe le volte credeva fosse l'amore che l'avrebbe accompagnato fino all'ultimo giorno della sua vita, ma finisce per constatare che entrambi gli amori sono finiti e lui è ancara vivo. Constatazione cinica?? io direi realista...le cose alcune volte finiscono, le cose umane...quelle sovraumane o aliene..durano oltre si intende.
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    L'esperienza mi ha tuttavia insegnato che questo percorso non è ordinario. Esso di solito consegue ai grandi dolori e alle grandi delusioni, ove si abbia la forza e il coraggio di affrontarli, di rimuginarli, sviscerarli  ed assaporarli fino in fondo. Quanto più infatti noi siamo capaci di scavare nelle nostre ferite, per eliminarne ogni più piccola infezione, tanto più la guarigione è poi completa e fortificante. Anche per questo motivo dissento dalla visuale espressa nella frase, che a ben vedere esprime una "normalizzazione" su posizioni antecedenti, un tornare a galla senza spiccare il volo. E mi verrebbe da rispondere a chi la pronunzia (chiunque egli sia) : "è finita, e non sei m0rto;  ma non hai cominciato a vivere".
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    Per dare onore al vero, devo dire che la visuale espressa da Marc'Antonio (E DALLA FRASE) pecca, malgrado le apparenze, di grande superficialità.  E' una visione primitiva, direi "istintiva" delle cose riguardo alle delusioni (non solo d'amore, ma delusioni in genere). E mi spiego.
         In ogni momento della nostra vita, noi VIVIAMO NOI STESSI, nel senso che filtriamo il mondo che ci circonda, ciò che ci accade, i rapporti con gli altri, insomma l'intero scenario sul quale esistiamo ed agiamo, attraverso noi stessi. Ciascuno vede il mondo, le persone, i sentimenti e le cose a suo modo, e interagendo con la realtà COSTRUISCE LA SUA REALTA', la sua propria interpretazione e visione del mondo, insomma COSTRUISCE SE STESSO.
          Insomma: malgrado appaia incredibile, noi VIVIAMO dentro di noi, VIVIAMO NOI STESSI.
          Basti questa sola considerazione per comprendere che LA MAGIA (sempre che magia vera sia) NON PUO' SVANIRE, perché fa parte di noi. Se dunque svanisce, è perché non era magia, cioè non la vivevamo come tale, non era una cosa NOSTRA.
         Conclusione: L'AMORE nasce come amore per un’altra persona, ma poi NON HA BISOGNO DELL'ALTRO, PERCHE' BASTA A SE STESSO. Esso è DARE, non RICEVERE. Se l'altro svanisce, vi è, sì, un grande dolore, CHE NON POTRA' MAI FINIRE. Il dolore è PER SEMPRE. Ma questo dolore è ampiamente (anche se, in fase iniziale, amaramente) compensato dalla consapevolezza di aver " filtrato " l'Universo in una MAGIA che non si è dissolta, ma è divenuta CONSAPEVOLEZZA DI UN PATRIMONIO PERSONALE INDISTRUTTIBILE. Un patrimonio tutto IN CONTANTI, cioè spendibile in qualsiasi momento e PER SEMPRE, nella capacità di amare non solo un singolo individuo o più singoli individui, ma l'Universo intero in tutte le sue manifestazioni.
         E dunque mi appare risibile, perché contraddittorio, il concetto "mi sono innamorato due volte nella vita". : )) Chi davvero si innamora, entra in sintonia con la GIOIA, e si innamora della vita, dell'Universo intero, DELLA MERAVIGLIA (conosciuta e sconosciuta) che lo circonda: e rimane innamorato per sempre, non di una persona, ma DEL TUTTO. Non può dunque credere di morire, nè poi accorgersi di essere ancora vivo. Può solo... provare tristezza per gli affanni di chi si "disincanta" e si "innamora" più e più volte, nel tentativo di mettere in moto un motore che evidentemente, per MOTIVI SUOI PIU' PROFONDI,  parte e poi subito si spegne.
         Scusatemi, ma - come ho detto - queste cose le ho precisate per dare onore al vero.
         Esprimo, da ultimo, grande simpatia (nel senso greco del termine) per il pensiero espresso da Vincenzo Cataldo ai commenti 25, 27 e 29, insieme ad un grande ringraziamento per l'apprezzamento espresso al commento 25, che, per provenire da uno che su molti punti la pensa diversamente da me, mi è, quantunque immeritato, estremamente gradito.

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