Scritto da: Tonino Valeriani

A mio nonno


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...rimbrotti per tutte quelle volte che ho mirato loro con le molliche di pane e misuravo a salti la loro altezza mentre diventavo grande. Hanno i capelli in ordine e la cravatta, giacche ampie e grandi baffi, cani seduti al fianco destro ed un lungo fucile di legno alla sinistra. Guardano lontano come se sapessero di sapere, come se la saggezza fosse un loro dono e non hanno mai visto nulla al di fuori delle loro colline. Guardano dove io non sono mai riuscito a vedere, nonostante i miei sforzi ed il mondo conosciuto nelle mie mani, guardano dove nessuno, tranne loro, riusciva a vedere. Li conosco tutti, a destra Antero e Pasqualino e le mogli Evelina ed Adelina, e poi... e poi... poi coloro che non ce l'hanno fatta, coloro che sono partiti e non sono tornati, coloro che non avevano bisogno di tornare per esserci, appesi comunque nella cornice più grande, la faccia seria e la posa maestosa. Perdonatemi, ma sono qua. Come sempre sono tornato a sedermi accanto al camino, lasciando fuori tutti gli altri, mi siedo e mi volto quasi a ricostruire il palco, metto in fila le sedie di paglia bucata e do loro il ... [segue »]

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