Scritto da: Tonino Valeriani

A mio nonno


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...e ricominciavano, fino alla prossima volta. Si raccontavano degli uomini del nord, dei commenti dei vicini, stretti nei rifugi scavati e piangevano per chi, questa volta, non era ancora menestrello con loro. Per chi aveva scelto di essere contro ed insieme a tanti allontanava da loro il pericolo. Piangevano le donne e raccontavano gli uomini, con la pipa stretta nelle mani ed ampi gesti, raccontavano le gesta di prodi cavalieri, armati di sé stessi e neri mantelli, novelli robin hood delle foreste che non avevano ricchi a cui rubare."
Era il compendio del giorno. Dopo aver combattuto contro gli ulivi a nord e cavalcato Gustavo, il somaro più somaro che avessi mai conosciuto, meritavo il trionfale ritorno a casa dove mi avrebbe atteso la signora del castello e, quale gentile donzella, mi avrebbe strigliato a dovere e spedito e tavola.
Molto tempo è passato da allora e quella grande stanza non sembra poi così enorme a ben vederla, lo stesso tavolo sembra improvvisamente ridotto e claudicante. L'enorme camino ha esalato le gli ultimi sporadici sbuffi di fumo da tempo ed è solo regno di polvere e fuliggine, solo il vento, fuori, sembra concedergli sinistri sibili di vita. Quando, col tempo,... [segue »]

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