Scritto da: Tonino Valeriani

A mio nonno


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...in silenzio. Attendevo che il suo sguardo stanco trovasse il mio e, come d'incanto, cominciava il racconto, perfettamente ripreso da dove aveva lasciato la sera prima, quando con calma mi aveva raccolto addormentato sulle gambe. Era incredibile come mi affascinasse, le sue parole erano lente, quasi le cercasse accuratamente, il linguaggio semplice, affinché io capissi, e la fiaba prendeva vita come d'incanto, svolgeva la sua trama con delicatezza e mi lasciava il tempo di viverla con tutto me stesso. Ogni giorno, perché giorno dopo giorno, non vi era differenza nel giorno. Ed io ero lì, puntuale come sempre, attendendo una fine in cui tutti vivessero felici e contenti.
"Quando il rumore dei motori incontrava i ripidi tornanti, sembrava perso tra numerosi echi lontani, per poi lentamente riaffiorare faticosamente la salita successiva. Non accadeva spesso ricevere visite su queste colline, lontane dai centri abitati ed immerse tra campi di grano ed alberi senza fine. Ma ormai sapevamo e contavamo i giorni nei quali accadeva. Quando i viveri scarseggiavano sapevi che loro sarebbero arrivati, in tanti ed in troppi, con le vesti tutte uguali e la carnagione chiara, con quei strani cappelli metallici ed i lunghi fucili di legno. Scendevano di corsa ... [segue »]

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