Siamo franchi (Let's be frank)


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...Frank. Molti Frank della sedicesima generazione vennero uccisi in mezzo alla melma delle trincee, lui morì non una, ma molte volte, sviluppando un ossessivo timore della guerra che non l'abbandonò mai più.
Quando gli americani entrarono in guerra, stava volgendo i suoi pensieri alla politica.
Non fu un lavoro facile. Finora si era dedicato a diversificare le occupazioni; aveva suonato nell'orchestra della Scala a Milano, aveva coltivato narcisi nelle isole Scilly; aveva costruito dighe per imbrigliare lo Zuyder Zee; aveva girato film con Renè Clair; predicato nella cattedrale di Vienna; operato a Bart; pescato nel corrucciato golfo di Biscaglia; discusso animatamente con il fondatore della Bauhaus. Adesso indirizzò i menbri della sua consapevolezza nella generazione in ascesa verso incarichi ufficiali, compensando l'uniformità e il grigiore del loro lavoro col peniero che il cambiamento era soltanto temporaneo.
I suoi piani non erano progrediti a sufficienza allo scoppio della seconda guerra mondiale. La sua consapevolezza, diffusa fra undici milioni d'individui, soffrì da Plymouth a Guernsey, dal Siam a Hong Kong. Era troppo. Il suo scopo, quando la guerra finì, era la dominazione del mondo.

Adesso il cromosoma di Frank si riproduceva a un ritmo quanto mai accelerato. Gruppi sanguigni, colore della pelle: ... [segue »]

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    Riferimento:
    Questo racconto fu scritto nei primi anni del 1950, quando si sapeva molto poco di Venere. Quando non si sapeva che la splendida stella era in realtà un inferno.

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