Siamo franchi (Let's be frank)


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...l'inesprimibile beneficio dell'esperienza di circa centosettant'anni dei loro progenitori, e non soltanto dei propri, ma anche di quelli di tutti gli altri Frank. C'era poco da stupirsi che, con poche eccezioni, qualunque cosa facessero, finissero tutti per prosperare.
Quando salì al trono Giorgio iii e la ribellione esplose nelle colonie britanniche in America, la decima generazione dei Frank aveva raggiunto il numero 2160.
L'ambizione del Frank originario non era morta; era diventata più sottile. Si era trasformata nel desiderio di sperimentare qualunque cosa. Quante più dimore corporee si rendevano disponibili, con le quali sperimentare, tanto più l'idea diventava seducente: poiché certe esperienze, appartenendo soltanto ad una breve epoca, non vengono mai ripetute e potrebbero scomparire prima di poter essere percepite e assaporate.
Una di queste epoche fu quella edoardiana dal 1901 al 1911. Si attagliava allo spirito elisabettiano dei Frank con la sua sfacciataggine e volgarità e le strade di Londra stracolme di veicoli a cavallo. Le sue manifestazioni prosperarono; allo scoppio della prima guerra mondiale il loro numero superava i tre milioni e mezzo.
La guerra, il cui effetto sull'aspetto e sulla tecnologia dell'intero mondo sarebbe stato incalcolabile, ebbe una terribile influenza sulla consapevolezza comune e ampiamente diffusa dei ... [segue »]

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    Questo racconto fu scritto nei primi anni del 1950, quando si sapeva molto poco di Venere. Quando non si sapeva che la splendida stella era in realtà un inferno.

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