Scritto da: Lorenza

In cerca di te


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...il biglietto ed era salita su quel treno. Lo aveva fatto di notte, per osservare la città addormentata, per viverla senza il caos e la fretta del traffico quotidiano, per immaginare dietro quale finestra chiusa vivesse lei, sua madre. Era impossibile individuarla, lo sapeva, ma per una volta si concedeva il lusso di fantasticare, di cercare all'angolo di ogni strada tracce di quell'antica bambina alle prese con il guaio più vecchio del mondo. Immaginò un viso sconosciuto alle soglie dell'adolescenza, lo sbocciare di un primo sentimento, baci rubati, carezze proibite. Immaginò lo sconforto, l'ansia e la confusa disperazione alla scoperta di quella gravidanza, la paura del futuro, il sogno d'amore che svaniva, la solitudine. Poi provò a vedere quella ragazzina invecchiata, la donna di oggi, le pieghe della bocca, i capelli d'argento. Ancora poche ore e sarebbe stata l'alba. Le mani sprofondate nelle tasche del giaccone lei continuava a camminare, incurante della stanchezza. La pace notturna sembrava averla contagiata, la luna pareva aver inondato di luce il groviglio dei suoi pensieri e smussato gli angoli più acuminati della sua anima ferita. Tra poco avrebbe diretto i suoi passi verso la stazione per prendere il primo treno del mattino. Aveva voglia di casa, del tepore del suo letto, della rassicurante familiarità della sua stanza. Poi avrebbe preso carta e penna e cercato, in fondo al cuore, le parole per rispondere a sua madre.

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    Scritto da: Lorenza
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    A Giulia, che ha reso possibile tutto.

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