Scritto da: Nadia Consani

Zac


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...corse alla sedia dove di solito era poggiato e prendendolo in bocca lo portò al padrone che stava aspettando fuori della porta.
C'era una leggera nebbia e l'aria si era un po' rinfrescata, ma era solo l'effetto dell'umidità notturna, tra poco il sole sarebbe stato alto e Zac sicuramente avrebbe fatto il solito bagno.
Stavano camminando lungo il sentiero che costeggiava il rio, quando il terreno coperto dall'erba e reso scivoloso dalla pioggia, franò sotto i piedi di Ruggero che scivolò sul greto sottostante.
Gli doleva un ginocchio, non riusciva ad alzarsi, mentre Zac cercava di tirarlo su per la manica del giubbotto.
Senza essere troppo convinto che capisse, disse a Zac di andare da Arianna e di portarla lì.
Non è mica Lassie, figuriamoci se mi capisce – pensò fra sé.

Fu la prima e l'ultima volta che Ruggero sottovalutò il suo cane, perché Arianna corse immediatamente, dopo che Zac abbaiando, si era fatto seguire fino al rio.
Lei lo aiutò ad alzarsi per essere in grado di tornare verso casa, sia pure zoppicando, e chiamare il medico. Gli prescrisse qualche giorno di riposo tenendo la gamba distesa con il ghiaccio sul ginocchio e anche se non aveva niente ... [segue »]
Composto martedì 1 luglio 2014

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