Le migliori poesie inserite da Angela MORI

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Scritta da: Angela MORI

Sorridi

Sorridi!
Sconforto sulla faccia rugosa,
Dalla magrezza imbarazzante,
Dove fame nutre il corpo,
Occhi ancor vispi in un'infelice parvenza,
Di speranza.
Sorridi!
Con la mano
Protratta in avanti,
Che veterano ebano raggrinzito pare,
Voce dell'indigenza,
Che invoca pietà e carità.
Sorridi!
Sotto gli abiti sciupati dal tempo,
Cuore che picchia lento,
La fiacchezza della mancanza,
Offusca la vigoria scomparsa,
Nella riarsa terra da cui provieni.
Sorridi!
In quella bocca senza cura,
Macchiata e inferma,
Dalla trascuratezza.
Sorridi!
Una supplica, una richiesta,
Una preghiera guidata dal bisogno,
In ginocchio resti,
Tra i viandanti indaffarati.
Mi fermo, ti scruto e penso.
Sorridi!
Tu che riso dovresti mutare in pianto,
Mentre chi vive tra gli averi,
Piange inappagato e mal contento.
Tu sei forte Signora della privazione,
Molto più forte dell'inedia
E della mestizia stessa.

Angela Mori.
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    Scritta da: Angela MORI

    Giorno di riposo

    Giorno di riposo
    Anima libera,
    Anima mia spensierata,
    Com'è bello ritrovarti
    In questo riposo tanto agognato,
    Com'è lieto scoprire che non se sfiorita
    Al contrario del corpo
    Sciupato e affannato dagli anni
    Sei ancora uguale come quando,
    T'incontrai assai tempo fa,
    Capace di gioire e divertirti
    Come fossi ancora,
    L'anima mia da bambina.
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      Scritta da: Angela MORI
      Rinchiusa nell'ombra,
      prigioniera di un passato
      Troppo bello per durare a lungo
      Taciturna ed immobile
      alla mercé di sguardi curiosi
      Ed azioni poco interessanti,
      Quella donna se ne stava.
      Avvolta nella sua vestaglia
      Con le mani sul grembo
      pareva opera d'ignoto artista.
      Seduta in quella seggiola
      In quella stanza al secondo piano
      Di un palazzo sciupato dal tempo.
      Stava così da anni,
      Dall'alba al tramonto
      Ero certa d'aver la veduta li
      Anche dopo mesi dopo aver saputo
      Che il suo cuore più non batteva
      E che il suo sguardo vuoto
      Sì era finalmente colmato d'infinito
      In un tiepido pomeriggio d'estate.
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        Scritta da: Angela MORI

        Bambino solo

        Lui piangeva:
        Il suo cuore da bambino amava e perdeva.
        Lui tremava:
        La paura era più forte dei gemiti
        Che nel cuscino affogava.
        Non sentire voleva
        Quei fragori della vita,
        Che lo circondava senza affetto,
        Ma nelle sere il vento della solitudine
        Si tramutava lento
        Nella sua voce;
        Lei gli mancava!
        Solo al buio rimaneva
        In quel tetro degli anni, cresceva.
        Chissà cosa pensava
        Quando la individuava tra i vetri appannati,
        Nella notte che il cielo riversava
        O nei sorrisi falsi di chi lo ingannava,
        Al rosso dei tramonti
        Che il tempo aumentava.
        Chissà come la vedeva,
        Nei suoi sogni mentre la cingeva
        E il suo cuore da bambino sperava
        In un rientro che mai sopraggiungeva.
        Cresceva e amava
        Senza forza ormai di sperare,
        Adulto diventa e solo rimane
        Senza di lei cha tanto amava.
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          Scritta da: Angela MORI

          Le stagioni dell'amore

          Due contadini,
          Un uomo e una donna,
          Tra la natura;
          Spalle curve e testa china,
          Sui campi delle stagioni.
          Primavera, estate, autunno e inverno,
          Riposano dopo pranzo,
          Sotto la stessa quercia,
          Dove baci del primo amore,
          Ardevano sulle labbra,
          Rosate come boccioli,
          Appena fioriti in primavera,
          Dove promessa mantenuta fu data,
          Dove età avvizziva lenta,
          I volti, ora gracili e rugosi,
          Bruciati dal sole
          Che come in estate incendia campi.
          I capelli,
          Un tempo oro come grano,
          Folti come fronde rigogliose,
          Ora, bianchi come neve d'inverno,
          Esigui come i giorni restanti,
          Dove nel grigio d'autunno
          Gemono come foglie al vento,
          I ricordi,
          Due persone,
          Donna e uomo,
          Sempre sulla stessa via.
          all'orizzonte il riposo,
          Nella stessa cascina dal tetto cremisi,
          La sera cinta,
          Del cinerino fumo di un camino.
          Quattro stagioni,
          Due persone,
          Un solo eterno amore,
          Per la vita intera.
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            Scritta da: Angela MORI

            Il giardino

            L'oleandro velenoso intrecciato alle tue dita,
            la regina dei fiori, cagiona la mia invidia
            petali bianchi di margherita
            si scompigliano anelando la tua cura;
            torso bronzeo tra quel verde
            che concilia ai tuoi occhi,
            tra l'avvenenza ed il mistero
            come nera pantera ti destri
            non ti accorgi che dall'alto,
            freme la mia brama.
            Spine scure le tue ciglia,
            la tua fronte celata da dorate foglie
            arbusti vivaci non temi
            affonda il tuo piede nella terra annaffiata
            la mano si unge di sudore e pantano
            e quel'arma innocente diventa tutt'una ad essa.
            Svestito al sole che risplende
            sulla tua rovente pelle
            stille di sudore non tengono pudore
            e tra gli incavi delle tue grazie,
            scorrono maliziose
            mentre dai vita a ciò che non c'era,
            vigore a ciò che è,
            speranza a ciò che sarà...
            Il balcone della brama
            cela il paonazzo del mio volto,
            la sgomento, la malizia e la vergogna...
            solo il mio sogno resterà incolto!
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              Scritta da: Angela MORI

              Il bambino

              Da solo giocava,
              il bambino dal mondo dentro,
              da solo parlava,
              a chi non sa ascoltare,
              solo lui rideva,
              di risate non capite
              era solo lui,
              con la sua ignota pena...
              Il suo gioco durerà la sua vita intera,
              non tramonterà, ne sciuperà
              la sua innocente anima,
              ma muterà, solo il suo corpo.
              Che importa a quel bambino infinito
              se la gente di lui ha compassione?
              Lui gioisce, parla e gioca da solo,
              tra gli altri che fioriranno,
              effimeri fanciulli che
              diventeranno uomini;
              in lui invece si mostra il dono dell'infanzia,
              Per sempre.
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                Scritta da: Angela MORI

                Giovani genitori

                E ti osservava poco distante,
                Come Paride la bella Elena
                Ti ammirava nei tuoi abiti color dell'empireo,
                Con l'espressione di riverita adorazione.
                Il suo sguardo lodava i tuoi contorni,
                E l'ebano dei tuoi capelli,
                Che sfiorava il viso stanco,
                E le tue labbra scarlatte,
                Che asserivano emozionate,
                Mentre i tuoi occhi,
                Come noci d'autunno,
                Irradiavano aurei abbagli,
                Agli ultimi fasci del sole.
                Ti spiava con amore e venerazione,
                Finché le tue mani gesticolavano adagio,
                Femminili le dita affusolate,
                Alla pesantezza dei finti diamanti,
                Non si soggiogavano.
                Gratitudine nel suo cuore,
                Per chi ti fece tanto bella,
                E ancora grazie nei suoi pensieri,
                Per te, che gli donasti,
                La cosa più desiderata.
                Giovane, tenera genitrice,
                Vita che da vita,
                Giovane, orgoglioso padre,
                Innamorato di figlia e madre.
                Composta venerdì 6 settembre 2013
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