Le migliori poesie inserite da Angela MORI

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Scritta da: Angela MORI

Il rubacuori

Egli preferisce grazia inviolata,
Creatura quieta e ubbidiente,
Che si elargisce scoprendo
Ogni suo spazio,
Con turbata malizia.
Egli non avversa,
Grazia alcuna,
Purché ardua non sia conquista,
L'essere gentil sesso,
Che non si contrasta,
Al cavaliere o al predatore.
Egli bramerebbe,
Di espugnare la sua anima,
Liberandone le doti velate;
Virtù che innate,
Possano saziare la sua sete,
D'amore e di passione.
Solo in seguito
Che l'avrà posseduta
Si tedierà di essa.
La ricerca di una novella realtà,
Sarà l'evento da fondare,
Che brulicherà la sua mente,
Fino alla nuova,
Frizzante conquista.
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    Scritta da: Angela MORI

    Voglio un amore

    Voglio un amore che sia barlume
    che sia un eterno istante di pace;
    voglio che duri
    finché' avrò voce
    per vederlo splendido
    finché negli occhi avrò luce
    e benedire l'astruso destino
    che ha posto su di me il suo sguardo
    più onesto e indulgente.
    Voglio un amore che sia limpido;
    senza timori, senza veemenza né rabbia.
    Voglio un amore
    che si bagni di lacrime di gioia
    e non di amarezza
    che scaldi come il sole
    che sappia dolce come il miele.
    Un amore vero che pare un sogno,
    un amore che con me deve perire,
    dopo una vita passata ad amare.
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      Scritta da: Angela MORI
      Fermo il suo sguardo, come non vedesse
      Nella mano tremante,
      Il suo supporto di legno come
      Gamba finta lo sorregge...
      Stretto in quel cappotto che sa di morte
      E odora di conservante,
      Il passo lento d animale ferito
      Il grigio ormai esiguo dei suoi capelli
      Si scompiglia al freddo vento di dicembre.
      Cammina il vecchio incontro a un altro Natale
      Con l'ansia e il timore
      Che sia l'ultimo a vedere
      Con i pensieri a bambino
      Ripercorre la sua lontana infanzia
      Il ricordo dell'antica gioia
      Preludio di feste sante
      Nessuna lacrima dai rugosi occhi scende,
      Il cuore batte lento pero batte più forte
      Ancora poca passi e sull'uscio di casa
      Il nipote più paffuto e giovane l attende
      ... ride il vecchio tra gli incavi dei suoi anni.
      E il freddo di dicembre
      Non fu mai più dolce.
      ANGELA MORI.
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        Scritta da: Angela MORI

        Faccia a faccia (specchio)

        Faccia a faccia,
        Davanti ad uno specchio,
        Intrinseco di mancanze,
        Ti vedo;
        Come opera del periodo assai antico,
        Statico, inerme e raccolto,
        Mi scruti...
        Sibillino angelo senza tempo,
        Sei avvenente da fare paura.
        Carico di difetti,
        Rubi la mia forza,
        Ponendo a nudo la mia anima,
        Quante donne sulla tua strada,
        Dalla puttana alla più pura,
        in ogni luogo,
        In ogni spazio,
        Non c'è uomo che non ti odia.
        Scaltro, corruttore, artico,
        Dalla fessura dei tuoi occhi,
        Non una lacrima è mai uscita.
        Il sogghigno sul tuo viso,
        Infido, forte e suggestivo,
        Non si smorza al mio strido;
        Tu sei ciò che io non sono,
        Io sono donna, tu sei uomo!
        Ti rivedo ogni giorno in ogni specchio,
        E non t'invidio!
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          Scritta da: Angela MORI

          Stretta a te

          Tienimi così,
          Che si son fermate le nuvole in cielo,
          Che i sospiri son diventati esuli
          Sul petto tuo.
          Tienimi così
          Che Il mondo sì e arrestato,
          Che il mare
          Ha smesso di ondeggiare
          E la brezza,
          Ha smesso il suo moto.
          Tienimi così,
          Che non esiste più lo spazio
          Che il tempo è solo un ricordo
          Che senza di te ho vissuto appena
          Gli ultimi giorni della mia vita.
          Ora potrei morire
          Semmai la morte esista
          Forse essa è solo,
          Un vivere in tua assenza;
          Una non vita,
          Acre e colma d'amarezza
          E se non vita sarà
          Non m'importa,
          Perché tu mi hai tenuto
          Dolcemente così,
          A te stretta!
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            Scritta da: Angela MORI
            Avvampano le gote
            il caldo pervade,
            maligni mi sfiorano
            mentre smarrisco virtù,
            inspirando effluvio,
            di dame argentee.
            Tra psichedelici bagliori
            la fiaccola della logica si smorza,
            sotto i piedi,
            sisma tuona in spirale.
            Fuliggine vicino e voci lontane,
            sconnesso turbamento,
            scruto ciò che non avevo mai veduto
            dagli occhi bendati dalla ragione,
            l'occultato mistero
            dietro lastra ora mi appare,
            di nero ammantato,
            con occhi assenti,
            m'indaga.
            Vedo ciò che non c'era.
            Mi abbandono placidamente
            a infermità della mente,
            intanto che gira il mondo fluttuante.
            Con la percezione di sommergere
            per poi librami in etere
            odo canti africani
            tamburi e anatemi arcani
            si propagano confusi,
            intanto che negromanti e stregoni,
            volteggiano intorno,
            come dannati.
            Gola arida,
            cuore che imperversa,
            sintomo distruttivo,
            d'oblio stupefacente.
            Ora sull'uscio,
            pioggia che bagna,
            lava via lacrime e sorrisi
            dell'estrema follia.
            I tuoi passi più vicini,
            la fredda mano tua che mi sfiora,
            e tra la tua veste mi perdo per sempre;
            così in un angolo perisce,
            la mia eternità fallita.
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              Scritta da: Angela MORI

              Ode ad acitrezza

              Antico miraggio e indecifrabili resti,
              Scagliati con furia per trucidare,
              Chi da Itaca aveva vagato e penato.
              Natura sublime,
              Porto senza eguali,
              Meraviglia della Perla del mare,
              Che è la tua Sicilia.
              Arcaico splendore,
              Ove dal mare come sirene,
              S'innalzano faraglioni;
              Fermi al sole o sotto la bruma,
              Vento non temono,
              E baciano la luna.
              Pescherecci attorno,
              E barche colorate,
              Sulle rive ferme,
              Come oggetti dell'opera
              Che uomo e natura,
              Creano d'accordo,
              In quel mare vissuto dai Malavoglia,
              Che raccontò Verga.
              Quanta suggestione,
              Onirico splendore!
              Tra mito e verità,
              La tua omerica Isola Lachea si mostra,
              E cinguetta attorno ad essa,
              La graziosa ballerina gialla,
              Inseguita in volo,
              Dal reale gabbiano,
              Sotto distese in fiore,
              Di carline raggio d'oro.
              Bimba dinamica di mattino,
              Donna passionale all'imbrunire,
              Fedele e devota
              Come Galetea ad Aci,
              Legata dell'amore eterno,
              Nell'incanto della notte
              E nella gioia del giorno.
              Dormi anche tu luna,
              Che Acitrezza vuol dormire,
              Dormi infinita avvenenza,
              Nel mare scuro che ti attornia,
              Dall'alto della punta,
              La Vergine Santa ti veglia.
              Composta martedì 18 giugno 2013
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                Scritta da: Angela MORI

                L'amante

                Disperato il tuo impulso,
                divora il tuo silenzio.
                Tenace e perverso,
                non ha tempo,
                solo capriccio,
                senza colpa nell'atto
                a tuo contrario,
                al mio cospetto,
                giustiziere e martire,
                allo stesso tempo,
                tu,
                passione e sentimento,
                fugace, meschina canaglia,
                che ardi in fiamme dell'inferno,
                che innalzi e alimenti,
                erotismo e appagamento,
                inquietudini abissali senza intento,
                che non spirano come i giorni,
                in pochi istanti.
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                  Scritta da: Angela MORI

                  Aspetterei te

                  Se solo mi dicessi "aspettami"
                  mi fermerei qui
                  nei meandri delle mie memorie,
                  colorate d'azzurro
                  alla tua presenza
                  circondate d'oscura foschia
                  del mio passato.
                  Aspetterei qui,
                  distesa sulla terra calda
                  dove camminavamo insieme,
                  a respirare l'aria
                  che ha ancora il tuo sapore
                  a contemplare l'immenso cielo
                  senza bisogno di sapere
                  se è giorno o sera
                  se piove o c è sole.
                  Io ti aspetterei
                  da oggi fino a domani
                  e per sempre
                  io ti aspetterei.
                  Composta sabato 19 settembre 2015
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