Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Un lontano abbaiare di un cane senza padrone
rompe la quiete gelida di questo giorno.
Le foglie si muovono come tante farfalle
sfruttando le ultime ombre
in attesa della sera.

Presto cadranno per baciare la terra
tomba di vita di tante voci spente.

Il cane continua il suo pianto triste
il padrone chissà dove si trova o dove piange
per aver perduto il pane e il suo lavoro.

In questi tempi di crisi i ricchi sono più ricchi
i poveri gironzolano come cani in cerca di ossa:
uomo e cane si comprendono
nel dolore e nella fame.

Il mattino avanza in un cielo limpido,
l'inverno s'irrobustisce con il freddo.

Il cane rantola sempre più sommesso
per la mancanza del suo padrone
oggi assente.

Ci sarà una ragione
quando la solitudine si fa presente.
Composta mercoledì 28 febbraio 2018

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