Scritta da: Andrea Carducci

Piove

Appoggiato qui sulla collina, nel silenzio di quest'alba d'inverno, mi concedo un sospiro.
Là, il sentiero, scompare con indifferenza, dopo gli alberi
e lo lascio fare perché,
il mio desiderio di restare qui si fa grande.

Guardo in giù verso la valle e vedo il fiume che
procede stancamente incontro all'orizzonte.
Vedo le nubi nere, gonfie d'acqua: sembrano voler rubare posto a quelle colline scolorite che ondeggiano, piene del lavoro dei contadini.
Ammiro quel piccolo gruppo di case, laggiù, come un pugno di sassolini nella mano di madre terra... e poi...

e poi... dietro schiaffi leggeri di vento, piove.

Le gocce cercano strada ovunque addosso a me,
e non mi danno neanche il tempo di sorprendermi che: l'orizzonte, il fiume, le colline e le case scompaiono tra teli opachi d'acqua.

Adesso siamo soli: io e la pioggia.

alzo la testa verso il cielo, chiudo gli occhi ed assaporo questo fantastico ed eccentrico pianista con milioni di dita,
che solo il sole potrà stancare.
Composta martedì 13 marzo 2001

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