Scritta da: Silvana Stremiz
Amore
parola semplice...
luce e buio
felicità... disperazione...
Lamore non chiede
l amore vuole
razionale a volte...
tormento ed estasi
ma tutto vince l amore.
Desideriamo l amore
ma a volte si affronta con
paura e riluttanza.
É' aria fresca del mattino...
fuoco di passione ...
l amore si puo avere
non si deve incatenare...
Ma quando l amore chiama
gli rispondi sempre si.
Anonimo
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Il canto allegro della Vita si fa sempre più lento nel mio cuore.
    Una ninna nanna portata dalla freschezza lo avvolge, cullandolo dolcemente nella gioia dei suoi sogni.
    Piano piano, il colori spariscono, coperti da una morbida coperta bianca che scende lieve, dono dal cielo, sopra di loro.
    Li prega di tranquilizzarsi, perché per loro è arrivato il momento di dormire.
    Dormire... i miei occhi si chiudono pesanti, lasciandomi fluttuare nella fantasia del mondo.
    Com'è meravigliosa la pace.
    Anonimo
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      Scritta da: Anonimo Anonimo

      Albeggia sul borgo

      Camminando sul borgo all'alba c'è
      un momento,
      un secondo,
      in cui la luce del sole è ancora fresca,
      come l'aria di una mattina di primavera
      e i lampioni soleggiano.
      In quel secondo persi il tuo nome
      e m'innamorai della vitrea distesa,
      così speranzosa nei riflessi del sole,
      e che di te,
      conservava solo il maleodorante tanfo dei pescherecci.
      Provai a spingermi più a fondo,
      guardando l'infinito e notai una diga,
      immobile come la morte.
      Ahi quanta lunga strada mi separa da te,
      pensai,
      ahi quanto nuotare ancora...
      t'avevo appena dimenticata e avevo già voglia di morire.
      Anonimo
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        Scritta da: Elisabetta

        Il passero ferito

        Era d'agosto. Un povero uccelletto
        ferito dalla fionda di un maschietto
        andò, per riposare l'ala offesa
        sulla finestra aperta di una chiesa.

        Dalle tendine del confessionale
        il parroco intravide l'animale
        ma, pressato da molti peccatori
        che pentirsi dovean dei loro errori
        rinchiuse le tendine immantinente
        e si rimise a confessar la gente.

        Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
        diceva ogni fedele le preghiere,
        una donna, notato l'uccelletto,
        lo prese, e al caldo se lo mise in petto.

        Ad un tratto improvviso un cinguettio
        ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.

        Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
        il ruolo abbandonò di confessore;
        scuro nel volto, peggio della pece
        s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
        "Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
        vada fuori dal tempio del Signore".

        I maschi, un po' stupiti a tali parole,
        lesti s'accinsero ad alzar le suole,
        ma il prete a quell'errore madornale,
        "Fermi, gridò, mi sono espresso male!
        Rientrate tutti e statemi a sentire:
        sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"

        A testa bassa, la corona in mano,
        cento donne s'alzarono piangendo.
        Ma, mentre se n'andavano di fuora
        il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
        rientrate tutte quante, figlie amate,
        che io non volevo dir quel che pensate!"

        Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
        che chi ha preso l'uccello deve uscire.
        Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
        soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"

        A tali detti, nello stesso istante,
        le monache s'alzaron tutte quante;
        quindi col viso pieno di rossore
        lasciarono la casa del Signore.

        "Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
        Sorelle orsù rientrate e state quiete,
        poiché voglio concludere, o signori,
        la serie degli equivoci ed errori;
        perciò, senza rumori, piano piano,
        esca soltato chi ha l'uccello in mano".

        Una fanciulla con il fidanzato,
        ch'eran nascosti in un angolo appartato
        dentro una cappelletta laterale,
        poco mancò che si sentisser male.
        Quindi lei sussurrò col viso smorto
        "che ti dicevo, hai visto? Se n'è
        accorto!"
        Anonimo
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          Illusione

          Vorrei essere una lacrima
          per scendere lentamente
          dai tuoi occhi
          per accarezzare le tue guance
          e posarmi sulle tue labbra
          per baciarti

          Vorrei essere il vento
          per avvolgerti tutta
          e stringerti a me
          in un forte abbraccio

          Vorrei poterti avere
          per dirti le parole
          che ho nel cuore

          Vorrei vedere lo splendore
          del tuo corpo fremere
          alle carezze dell'amore

          Vorrei ma mi illudo
          tu non potrai mai esser mia
          tutto ci separa
          la tua e la mia età
          la mia e la tua condizione

          perciò mi resta solo l'illusione
          continuerò a sognarti
          solo così mi illuderò di averti.
          Anonimo
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            Uguale a lei

            Avrei voluto perdermi nei tuoi occhi per poi fermare il tempo, annullando l'inverno di questa lontananza. Non esiste distanza tra i nostri respiri anche se quello che tu vivi non mi appartiene, anche se nelle nostre vene scorrono ricordi che sono differenti. Quello che conta veramente sono le emozioni vissute insieme e poi l'amore, tutto l'amore che il nostro cuore ancora grida.
            Anonimo
            Composta venerdì 6 novembre 2009
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