Tra maschere di cartapesta e facce di gomma, cammino, trascinando i miei passi ormai stanchi, solitudine è mia compagnia, è la sola e non va più via, sogno ancora qualcuno che parli la mia stessa lingua. Parole inutili, dette solo per... incomprensibili per non capirci più. La speranza, tra l'indifferenza, e mille soprusi, è andata via, e trascino i miei passi ormai stanchi, ricercando un vero dolore, un forte di cuore, capace di piangere, ma tra maschere di cartapesta e facce di gomma è ormai quello che resta. Solitudine è mia compagnia.
Sono terra che accoglie gelosa i suoi semi, e li fa germogliare. Acqua li nutre e fa crescere fieri alberelli, il vento li culla e accarezza la chioma che sempre più folta diventa. Poi sole li scalda e linfa già scorre veloce rendendo già turgide foglie. Il cielo li avvolge, e sul suo azzurro sfondo si stagliano alberi alteri. Ormai son cresciuti, robusto è il lor fusto e pronto a far fronte all'incuria del tempo. Inverni assai freddi e tempeste posson solo scalfire qualche piccolo ramo. Natura c'insegna collaborazione tra i vari elementi, così nella vita istinto ed amore, primavera che viene troverà finalmente degli uomini veri.
È l'amore più grande che c'è, non svanisce, non tradisce, è per sempre e finisce con te.
È la guida dei tuoi passi incerti, la tua ombra anche quando non c'è il suo sguardo ti segue dovunque, anche quando non senti che è lì, vive solo del tuo respiro, vive solo perché vivi tu.
È l'amore più grande e profondo, non svanisce, non tradisce, è per sempre e finisce con te.
Ha speranza che i tuoi sogni si avverino, ha speranza di felicità, quando cresci e vai via, quando spicchi il tuo volo e raggiungi la maturità; lei ti guarda andar via ma c'è sempre lo sai a mostrarti la via, nonostante tristezza nel cuore sempre ti accompagnerà con tutto il suo amore.
Solo amore profondo, il più grande del mondo, non tradisce, non svanisce, è per sempre e finisce con te.
I tuoi occhi nei miei, il primo turbamento, un dolce abbandono ed è un momento... quel nodo che ti chiude la gola, non ti fa proferir parola, intanto la tua mente vola. Vorresti urlare, per quel sentimento che con forza ti scoppia dentro, non si può contenere... fai allora le peggio cose, pur di farti notare, non sei tu e quello che succede non ti riesci a spiegare. Solo un bacio chiedo, per poter provare se quel che sento è veramente amore.
Ombre nella notte che si aggirano per via, sempre in cerca di piacere. Quanta vita che si butta via, per quella voglia pazza di follia, la ricerca forsennata di godere, anche quando sai che più non ce la fai. Sei distrutto, ma ormai devi ostentare, quella falsa sicurezza che non c'è. Cerca di pensare al poi, al futuro che non hai se continui ancora a perderti, nella notte sai non c'è, quella luce, vera, che t'illumina, nonostante quei lampioni, dove tu ti appoggerai, per non far scoprire mai che sai anche piangere. Lascia stare questa strada e ritrova la ragione, vedrai il buio più paura non farà.
Voglio un'emozione, finalmente mia, finalmente sola e decido io. A metà strada, cambio cartelli lascio la dritta e vado incontro ai guai. Voglio cominciar da capo, tutto quel che ho fatto non lo butto via, voglio chiudermi dietro tutte quelle porte e buttar via le chiave, voglio dimenticare, le giornate amare, cominciar da me. Fatemi sognare, ora ho tanta fretta, tempo più non c'è. Tutto quel che ho dato, ormai è storia passata, voglio nuove emozioni, nuove senzazioni. Voglio vivere in guerra con tutti e con me stessa, tutto questo tempo non ho parlato mai, voglio gridare, io voglio impazzire... Cambio strada, cartelli, cambio vita, ricomincio da me.
Sono aquile vere che solcano il cielo con bagliori accecanti ed ali possenti. Son lingue di fuoco che prede ghermiscono in volo. Hanno occhi di lince, lo sguardo è assai fiero e tutto l'ardore ce l'hanno nel cuore. Eroi senza terra, padroni dell'aere, veloci sparvieri. Fedeli alla patria, ai loro valori, le frecce tricolori; coprono di onori la nostra bandiera, che all'inno d'Italia, sventola fiera.
Fuori si sentiva l'eco dei fucili, grida per noi incomprensibili, dentro questo vagone merci, eravamo stipati come porci. Non c'erano più mamme, né figli né famiglie da riunire, sicuro c'era un popolo da salvare. Distrutti, in quel lungo viaggio, mentre la neve cadeva e copriva quel treno che lento ci conduceva, dove non c'era più ritorno, dove finisce il mondo... la frontiera, quella linea per noi infinita, da dove ogni cosa non è più tornata. Bambini che piangevano, attaccati alle gonne ed al seno, scaldati da quella calca umana, che ancora di più stringeva e non se ne curava. Qualche preghiera, mista ad imprecazioni, urla e mortificazioni. Qualcuno è tornato dal mondo dell'oblio, mi ha raccontato... c'ero anch'io.
Vorrai da me ancora e non ti basta mai Il tutto e di più. Ti sorprenderò copiando quelle stelle e disegnando il cielo dentro questa stanza. Mi sorprenderai perché il tutto avrà il tuo sapore e si accenderà passione sarà dolce, sarà morire dopo aver provato che c'è ancora e ancora e non mi basta mai lo sai che con me finire non è mai... vai più giù... ricominciare voglio da te il tuo tutto e di più non ti fermare.
Oggi è na giornata fredda e uggiosa stò drentro casa cor naso spiaccicato dietro ai vetri della finestra me meravija la mia bianca rosa s'è fatta na veste pomposa me pare na sposa. In mezzo alla nebbia ed al gelo s'è messo quer velo il sole de tutti sti giorni un po' dietro de sto mite inverno me l'hanno svejata, che voja è rimasta da sola sulli arberi nemmanco na foja. Quarche goccia è rimasta der gelo de questa mattina cor sole se scioje, na lacrima score s'è accorta che ha sbajato stagione e presto s'arrende. Dar vento se lascia spojare der bianco vestito se piega sur suo ramo secco e se ne fa na ragione.