Chiarissimo Sig. Freda,
non si prenda pena per la delusione che, a suo modo di vedere, dovrebbe patire il mio animo vigliacco dinnanzi alla sua sin troppo facile, scontata e puerile non-risposta: mi creda, ho affrontato delusioni ben più gravi di questa! E anzi, se proprio devo essere sincero (e per Sua opportuna conoscenza, sappi che in genere lo sono!) era da moltissimi mesi che, sulle pagine di questo sito, non mi divertivo a questo modo! Perché la sua non-risposta, glielo dico molto amichevolmente, fa proprio ridere…
Vede, mio caro Chiarissimo Sig. Freda, la vecchia e stantia storiella dell’anonimo con me non attacca: sono regolarmente registrato al sito da parecchi anni e, così come le regole del sito stesso prevedono, ho scelto di non rendere visibile il mio nome e cognome. Sa, pare che sia un mio diritto… si, più tutta quella roba della Legge sulla Privacy o come diavolo si chiama! Ecco: a meno che Lei non abbia il potere di cambiare le leggi in materia (e con effetto retroattivo, mi raccomando!) credo che continuerò ad esercitare quel MIO diritto. D’altra parte (ma se lo faccia spiegare meglio da un avvocato ché io non sono pratico di queste piccole e banali beghe) una eventuale tutela legale in suo favore è ampiamente garantita giacché, come prima detto e facilmente verificabile, non sono un utente anonimo: sono un utente REGISTRATO e quindi RINTRACCIABILE. Se non vuole parlarmi, bene!, sono quasi sicuro che sopravviverò lo stesso: prendo atto del suo rifiuto ed anzi mi scuso, PUBBLICAMENTE con Lei se in qualche modo ho turbato la Sua quieta esistenza con le mie richieste di chiarimenti circa il Suo prezioso commento nr.#7. Ma, la prego!, non dica con tanta leggerezza che il vigliacco sono io… le molte, moltissime persone che, in questo sito, conoscono perfettamente la mia reale identità (e qualcuno anche il numero di telefono!) stanno già ridendo. E non certo ai miei danni…
In fondo, però, sa… la capisco. Si, perché è colpa mia, lo riconosco. Ho usato un ci chiarisca che evidentemente il Suo ego ha inteso come atto usurpativo di una presunta superiorità intellettuale che Lei riconosce a se stesso. In realtà, Chiarissimo Sig. Freda, il fatto è che quel ci non era e non voleva essere un pluralis maiestatis. No, mi creda! Il mio ci includeva tanto la mia perplessità quanto quella che ho immaginato potesse sorgere nella mente di chi, fino a quel momento, aveva dato al testo di Palazzeschi un giudizio quanto meno di originalità! Insomma: i commenti dall’uno al sei sono sostanzialmente positivi; il settimo (il Suo) è di bocciatura totale e assoluta; l’ottavo è il mio che, incuriosito da tale netta stroncatura, chiede, anche a nome degli altri sei, di spiegare meglio la Sua pur Chiarissima idea.
Spiegare ovvero chiarire e quindi parlare, discutere, confrontarsi, misurarsi, precisare, illustrare, giustificare, delucidare… Come dice? Ah! Già! Io, secondo Lei, sono anonimo! Non merito risposta! E certo: mica ci possiamo mettere a parlare con gli sconosciuti! Ma ci dica (ovvero: lo dica a tutti noi che siam plebaglia infame): e gli altri sei prima di me? E quelli che verranno dopo? Quelli che fra sei mesi o fra due anni leggeranno il suo commento? Non glielo vogliamo dare un chiarimento a loro? O il Suo pomposo assumersi l’intera responsabilità è solo un comodo muretto dietro cui nascondersi dopo aver lanciato il sasso? Chiarisca i suoi Illuminati pensieri, Sig. Freda. Non a me: al mondo intero. Si assuma quella responsabilità di cui ciancia! In caso contrario l’unico vero anonimo, sia pure con tanto di nome e cognome, sarà solo e soltanto Lei.
D’altra parte mi rendo conto che i Suoi pensieri sono un po’ confusi. E non è certo la mia squallida ars loquendi ad obnubilare la Sua mente (della cui forma, sia chiaro!, nulla m’importa!). No, della Sua confusione mentale abbiamo palese prova in ciò che Lei stesso scrive:
… mi pare di aver espresso la mia opinione in maniera facilmente comprensibile; e che la stessa sia stata di fatto compresa e addirittura condivisa da molti.
Mia caro Chiarissimo Sig. Freda, quando e dove ho mai detto o scritto che la sua opinione non era chiara? E chi sono i molti che, a suo dire, l’avrebbero di fatto compresa? E chi, mi chiedo e Le chiedo, chi è che tale opinione l’ha condivisa? Diamine! Non vedo nessuna adesione o condivisione al suo pensiero prima del commento #9! NESSUNA!!! NEPPURE IN FORMA ANONIMA!!! Lei non solo vede nemici nascosti in ogni dove ma s’inventa pure proseliti che non esistono!
Su una cosa però ha ragione: la richiesta finale (ovvero la cura) era una provocazione. Sa, speravo che mi rispondesse alla maniera di Palazzeschi, ovvero con un sorriso, con ironia o addirittura con una fragorosa risata. Ma dal tenore della sua risposta è evidente che Lei Palazzeschi non lo ha mai letto. E se l’ha fatto era distratto. E se non era distratto, come minimo teneva il libro all’incontrario. E se il libro lo teneva nel verso giusto, allora dev’esserLe rimasto attorno agli occhi, uno schizzetto di quel fango che così bene da prova di conoscere
Buona Vita.
P.S. Un’ultima cosa: in futuro Le dovesse venire voglia di conoscere l’identità di qualcuno provi a chiederglielo con pacatezza ed equilibrio, possibilmente in forma privata così da tutelare gli altrui diritti. Non è difficile, sa? Basta solo un pizzico di quella robaccia che si suole chiamare educazione e rispetto.
14 anni e 3 mesi fa
Risposte successive (al momento 15) di altri utenti.
Se ti può consolare sappi che neppure io so come si fa ad interpretare un voto: infatti non ho mai votato né te né nessun altro.
Quanto alla frase, ti prego di dare per scontato che ne approvo in pieno il senso anche se mi astengo dall'esprimere un voto.
L'unica cosa che mi sento di criticare (ma è critica lieve, non temere...) è quella sorta di rassegnato fatalismo che ombreggia nella parte iniziale: "Beato il giorno in cui..." che alle mie orecchie suona quasi come un delegare al fato (al "giorno" che verrà...) il merito di poter cambiare le cose. L'artefice di un tale (auspicabile!) cambiamento potrà essere solo lo stesso Uomo. E quindi:
Beato l'Uomo che un giorno saprà rivolgersi all'altro Uomo, consapevoli, ognuno dell'altro, della propria nudità senza colore.
Ma ripeto: è solo una sfumatura che non vuole minimamente ridurre il senso, comunque profondo, del tuo pensiero.
15 anni e 5 mesi fa
Risposte successive (al momento 9) di altri utenti.
DANA:
Questo parallelismo calze-cervello non è affatto male...
Per esempio: la Befana mette il carbone nelle calze; alcuni hanno il cervello carbonizzato...
Oppure, frasi famose: "Quando sei (s)calza mi (s)cervello" (pronunciata dal Signor Valleverde alla moglie...)
Mi sa che se torno al lavoro è meglio...
15 anni e 5 mesi fa
Risposte successive (al momento 32) di altri utenti.
non si prenda pena per la delusione che, a suo modo di vedere, dovrebbe patire il mio animo vigliacco dinnanzi alla sua sin troppo facile, scontata e puerile non-risposta: mi creda, ho affrontato delusioni ben più gravi di questa! E anzi, se proprio devo essere sincero (e per Sua opportuna conoscenza, sappi che in genere lo sono!) era da moltissimi mesi che, sulle pagine di questo sito, non mi divertivo a questo modo! Perché la sua non-risposta, glielo dico molto amichevolmente, fa proprio ridere…
Vede, mio caro Chiarissimo Sig. Freda, la vecchia e stantia storiella dell’anonimo con me non attacca: sono regolarmente registrato al sito da parecchi anni e, così come le regole del sito stesso prevedono, ho scelto di non rendere visibile il mio nome e cognome. Sa, pare che sia un mio diritto… si, più tutta quella roba della Legge sulla Privacy o come diavolo si chiama! Ecco: a meno che Lei non abbia il potere di cambiare le leggi in materia (e con effetto retroattivo, mi raccomando!) credo che continuerò ad esercitare quel MIO diritto. D’altra parte (ma se lo faccia spiegare meglio da un avvocato ché io non sono pratico di queste piccole e banali beghe) una eventuale tutela legale in suo favore è ampiamente garantita giacché, come prima detto e facilmente verificabile, non sono un utente anonimo: sono un utente REGISTRATO e quindi RINTRACCIABILE. Se non vuole parlarmi, bene!, sono quasi sicuro che sopravviverò lo stesso: prendo atto del suo rifiuto ed anzi mi scuso, PUBBLICAMENTE con Lei se in qualche modo ho turbato la Sua quieta esistenza con le mie richieste di chiarimenti circa il Suo prezioso commento nr.#7. Ma, la prego!, non dica con tanta leggerezza che il vigliacco sono io… le molte, moltissime persone che, in questo sito, conoscono perfettamente la mia reale identità (e qualcuno anche il numero di telefono!) stanno già ridendo. E non certo ai miei danni…
In fondo, però, sa… la capisco. Si, perché è colpa mia, lo riconosco. Ho usato un ci chiarisca che evidentemente il Suo ego ha inteso come atto usurpativo di una presunta superiorità intellettuale che Lei riconosce a se stesso. In realtà, Chiarissimo Sig. Freda, il fatto è che quel ci non era e non voleva essere un pluralis maiestatis. No, mi creda! Il mio ci includeva tanto la mia perplessità quanto quella che ho immaginato potesse sorgere nella mente di chi, fino a quel momento, aveva dato al testo di Palazzeschi un giudizio quanto meno di originalità! Insomma: i commenti dall’uno al sei sono sostanzialmente positivi; il settimo (il Suo) è di bocciatura totale e assoluta; l’ottavo è il mio che, incuriosito da tale netta stroncatura, chiede, anche a nome degli altri sei, di spiegare meglio la Sua pur Chiarissima idea.
Spiegare ovvero chiarire e quindi parlare, discutere, confrontarsi, misurarsi, precisare, illustrare, giustificare, delucidare… Come dice? Ah! Già! Io, secondo Lei, sono anonimo! Non merito risposta! E certo: mica ci possiamo mettere a parlare con gli sconosciuti! Ma ci dica (ovvero: lo dica a tutti noi che siam plebaglia infame): e gli altri sei prima di me? E quelli che verranno dopo? Quelli che fra sei mesi o fra due anni leggeranno il suo commento? Non glielo vogliamo dare un chiarimento a loro? O il Suo pomposo assumersi l’intera responsabilità è solo un comodo muretto dietro cui nascondersi dopo aver lanciato il sasso? Chiarisca i suoi Illuminati pensieri, Sig. Freda. Non a me: al mondo intero. Si assuma quella responsabilità di cui ciancia! In caso contrario l’unico vero anonimo, sia pure con tanto di nome e cognome, sarà solo e soltanto Lei.
D’altra parte mi rendo conto che i Suoi pensieri sono un po’ confusi. E non è certo la mia squallida ars loquendi ad obnubilare la Sua mente (della cui forma, sia chiaro!, nulla m’importa!). No, della Sua confusione mentale abbiamo palese prova in ciò che Lei stesso scrive:
Mia caro Chiarissimo Sig. Freda, quando e dove ho mai detto o scritto che la sua opinione non era chiara? E chi sono i molti che, a suo dire, l’avrebbero di fatto compresa? E chi, mi chiedo e Le chiedo, chi è che tale opinione l’ha condivisa? Diamine! Non vedo nessuna adesione o condivisione al suo pensiero prima del commento #9! NESSUNA!!! NEPPURE IN FORMA ANONIMA!!! Lei non solo vede nemici nascosti in ogni dove ma s’inventa pure proseliti che non esistono!
Su una cosa però ha ragione: la richiesta finale (ovvero la cura) era una provocazione. Sa, speravo che mi rispondesse alla maniera di Palazzeschi, ovvero con un sorriso, con ironia o addirittura con una fragorosa risata. Ma dal tenore della sua risposta è evidente che Lei Palazzeschi non lo ha mai letto. E se l’ha fatto era distratto. E se non era distratto, come minimo teneva il libro all’incontrario. E se il libro lo teneva nel verso giusto, allora dev’esserLe rimasto attorno agli occhi, uno schizzetto di quel fango che così bene da prova di conoscere
Buona Vita.
P.S. Un’ultima cosa: in futuro Le dovesse venire voglia di conoscere l’identità di qualcuno provi a chiederglielo con pacatezza ed equilibrio, possibilmente in forma privata così da tutelare gli altrui diritti. Non è difficile, sa? Basta solo un pizzico di quella robaccia che si suole chiamare educazione e rispetto.
Quanto alla frase, ti prego di dare per scontato che ne approvo in pieno il senso anche se mi astengo dall'esprimere un voto.
L'unica cosa che mi sento di criticare (ma è critica lieve, non temere...) è quella sorta di rassegnato fatalismo che ombreggia nella parte iniziale: "Beato il giorno in cui..." che alle mie orecchie suona quasi come un delegare al fato (al "giorno" che verrà...) il merito di poter cambiare le cose. L'artefice di un tale (auspicabile!) cambiamento potrà essere solo lo stesso Uomo. E quindi:
Beato l'Uomo che un giorno saprà rivolgersi all'altro Uomo, consapevoli, ognuno dell'altro, della propria nudità senza colore.
Ma ripeto: è solo una sfumatura che non vuole minimamente ridurre il senso, comunque profondo, del tuo pensiero.
Questo parallelismo calze-cervello non è affatto male...
Per esempio: la Befana mette il carbone nelle calze; alcuni hanno il cervello carbonizzato...
Oppure, frasi famose: "Quando sei (s)calza mi (s)cervello" (pronunciata dal Signor Valleverde alla moglie...)
Mi sa che se torno al lavoro è meglio...