Poesie preferite da Paul Mehis

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Scritta da: Marianna Mansueto
Tu vivi sempre nei tuoi atti.
Con la punta delle dita
sfiori il mondo, gli strappi
aurore, trionfi, colori,
allegrie: è la tua musica.
La vita è ciò che tu suoni.

Dai tuoi occhi solamente
emana la luce che guida
i tuoi passi. Cammini
fra ciò che vedi. Soltanto.

E se un dubbio ti fa cenno
a diecimila chilometri,
abbandoni tutto, ti lanci
su prore, su ali,
sei subito lì; con i baci,
coi denti lo laceri:
non è più dubbio.
Tu mai puoi dubitare.

Perché tu hai capovolto
i misteri. E i tuoi enigmi,
ciò che mai potrai capire,
sono le cose più chiare:
la sabbia dove ti stendi,
il battito del tuo orologio
e il tenero corpo rosato
che nel tuo specchio ritrovi
ogni giorno al risveglio,
ed è il tuo. I prodigi
che sono già decifrati.

E mai ti sei sbagliata,
solo una volta, una notte
che t'invaghisti di un'ombra
-l'unica che ti è piaciuta-
un'ombra pareva.
E volesti abbracciarla.
Ed ero io.
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    Scritta da: Jade S

    Se un giorno il tuo cuore si ferma...

    Se un giorno il tuo cuore si ferma,
    se qualcosa smette di bruciare per le tue vene,
    se la voce dalla bocca ti esce senza divenire parola,
    se le tue mani si scordano di volare e s'addormentano,

    Matilde, amore, lascia le tue labbra socchiuse
    perché quel tuo ultimo bacio deve durare con me,
    deve restare immobile per sempre sulla tua bocca
    perché così accompagni anche me nella mia morte.

    Morirò baciando la tua folle bocca fredda,
    abbracciando il grappolo perduto del tuo corpo,
    e cercando la luce dei tuoi occhi serrati.

    E così, quando la terra riceverà il nostro abbraccio
    andremo confusi in una sola morte
    a vivere per sempre l'eternità di un bacio.
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      Scritta da: R. Parisi

      Se tu mi dimenticassi

      Voglio che tu sappia una cosa. Tu sai com'è questa cosa:
      se guardo la luna di Cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra,
      se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna
      tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce,
      metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono.
      Orbene, se a poco a poco cessi d'amarmi
      cesserò d'amarti a poco a poco.
      Se d'improvviso mi dimentichi, non cercarmi, che già ti avrò dimenticata.
      Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e
      ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in cui ho le radici, pensa
      che in quel giorno, in quell'ora
      leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.
      Ma se ogni giorno, ogni sera senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile
      se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi
      ahi, amore mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete,
      in me nulla si spegne né dimentica
      il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai starà
      tra le tue braccia senza uscire dalle mie.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Se proprio devi odiarmi
        fallo ora,
        ora che il mondo è intento
        a contrastare ciò che faccio,
        unisciti all'ostilità della fortuna,
        piegami
        non essere l'ultimo colpo
        che arriva all'improvviso
        Ah quando il mio cuore
        avrà superato questa tristezza.
        Non essere la retroguardia
        di un dolore ormai vinto
        non far seguire ad una notte ventosa
        un piovoso mattino
        non far indugiare un rigetto già deciso.
        Se vuoi lasciarmi
        non lasciarmi per ultimo
        quando altri dolori meschini
        avran fatto il loro danno
        ma vieni per primo
        così che io assaggi fin dall'inizio
        il peggio della forza del destino
        e le altri dolenti note
        che ora sembrano dolenti
        smetteranno di esserlo
        di fronte la tua perdita.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Armonia della Sera

          Ecco venire il tempo che vibrando sullo stelo ogni fiore
          svapora come un incensiere; i suoni e i profumi volteggiano
          nell'aria della sera; valzer malinconico e languida vertigine.

          Ogni fiore svapora come un incensiere; il violino freme
          come un cuore straziato; valzer malinconico, languida
          vertigine! Il cielo è triste e bello come un grande altare.

          Il violino freme come un cuore straziato, un cuore tenero
          che odia il nulla vasto e nero! Il cielo è triste e bello come
          un grande altare; il sole annega nel suo sangue che si raggruma.

          Un cuore tenero che odia il nulla vasto e nero raccoglie
          ogni vestigio del luminoso passato! Il sole s'è annegato
          nel suo sangue che si raggruma, il tuo ricordo in me riluce
          come un ostensorio.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Tristezza della Luna.

            Questa sera la luna sogna più languidamente; come una
            bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
            prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni,
            e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
            a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
            bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.

            Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
            terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,

            accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
            dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde
            nel suo cuore agli sguardi del sole.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Eldorado

              Con il suo gaio cimitero
              un ardito cavaliere,
              sotto il sole e in fitta ombra,
              già da tempo andava errando
              - e cantava una canzone -
              ricercando l' Eldorado.

              Ma diventò vecchio intanto -
              questo prode cavaliere -
              e gli calò sul cuore
              un'ombra, che' non trovava
              mai terra o luogo
              somigliante all'Eldorado.

              E quando le forze
              l'abbandonarono infine,
              incontrò un'ombra pellegrina -
              "Ombra", egli chiese,
              "dove mai si troverà
              questa terra d'Eldorado?"

              "Oltre ai Monti
              della Luna,
              giù nella Valle delle Tenebre,
              cavalca, cavalca intrepido",
              così l'ombra gli rispose -
              "se vai in cerca d'Eldorado!"
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