Poesie inserite da Giuseppe Freda

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Scritta da: Giuseppe Freda

L'alambicco (canzone)

Evviva!
È uscito l'uomo
dall'alambicco,
è uscito un essere
con tre volti
che piange e ride,
uccide e prega,
e vive e muore
giorno per giorno.
Certo si stanca:
e si dispera,
e vuol capire...
Ma se lo illumini...
oh, gran portento:
non passa un attimo
che piange e ride,
uccide e prega,
e vive e muore
giorno per giorno.
Che gran miracolo...
Che giorno ricco!
È uscito l'uomo
dall'alambicco!
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    Scritta da: Giuseppe Freda

    Perciò resto qui ad aspettare (canzone)

    Un uomo sedeva in silenzio,
    guardando una vetta lontana.
    Gli dissero: "Vieni, è finita".
    Ma lui rimase a scrutare
    le cime splendenti di neve,
    e ai prati deserti,
    ai fiori morenti,
    all'ultimo raggio di sole,
    all'ultima stilla divina
    rimasta a vedere la fine
    rispose:
    "Ho visto sbocciare una vita,
    ho visto sorridere un fiore,
    ho visto le stelle
    specchiarsi nel mare,
    ho udito il respiro profondo dell'onda
    baciare la riva bagnata di sole.
    Perciò resto qui, ad aspettare".
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      Scritta da: Giuseppe Freda

      Anfitrione splendido

      Anfitrione splendido
      che mi accompagni,
      ed avvolgi invisibile
      tra le vesti purpuree
      il cammino e le ansie,
      i sogni e le speranze mie,
      dimmi:
      può l'ultimo epigono
      della civiltà madre
      sfondare le barriere del tempo
      e ricongiungersi alfine
      ai suoi agognati destini?
      Può l'immortale immagine
      dimettere la sua divinità
      evolvendosi in carne terrena
      e poi sognare
      di riveder le ceneri
      risorgere,
      e rischiarar le tenebre
      del suo temuto futuro?
      Rispondi:
      possono il tempo,
      e lo spazio infinito
      pieno di mondi,
      e l'anima,
      e la mente,
      e le cose distinte
      riconquistare alfine
      la coscienza perduta,
      e amarsi,
      e abbandonar
      le false sembianze,
      e divenire Dio?
      Parli la tua presenza
      dentro di me,
      e mi accompagni,
      e contempli benevolo
      il cammino e le ansie,
      i sogni e le speranze;
      ma sempre taci,
      e ti nascondi all'occhio mio.
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        Scritta da: Giuseppe Freda

        Ascoltando un predicatore

        Venerando nell'aspetto,
        solenne nelle movenze,
        insigne umanista,
        storico,
        filosofo,
        dal pulpito marmoreo
        il prete arringava i fedeli.
        La voce suadente
        marciava maestosa
        tra le navate barocche,
        modulandosi
        in toni or gravi,
        or carezzevoli,
        or dignitosi;
        e arricchendosi
        di cenni or lievi,
        or amichevoli,
        or vigorosi.
        Un esercito ordinato
        di cenni e di parole
        difendeva,
        a passo di danza,
        il pulpito e il prete
        dalla narcotizzata, confusa
        moltitudine di povera gente.
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