È una fine giornata come tutti ne abbiamo conosciute: le cose sono al loro posto, il mondo potrebbe rovesciarsi, il quadro, il soggetto, niente cambierebbe aspetto – a meno che, come qui, il figlio di Jacopo, il pittore, non scivoli tra la scena e il pennello e non se ne resti là, con gli occhi grandi aperti sull'angolo più scuro, questa sorda follia che non può accettare né rifiutare: l'indifferenza dei vivi per i vivi – e se interroga il vuoto, è come se cercasse di che riempire la notte e gli occhi di Lazzaro al tempo stesso.
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