Commenti a "Misura ciò che è misurabile e rendi misurabile..." di Galileo Galilei


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Proprio così, Vincenzo. Anima, spirito, anime, spiriti... Tutta la REALTA' (quello che cioè percepiamo come materia) è spirito, non può essere altro; e questo lo dico non in virtù di pensiero o di studio o dell'aderire ad una particolare filosofia, ma perché lo sento, lo percepisco alla stessa maniera in cui vedo la luce del sole. Contatto = trasmissione, certo. E' un po' come una radio, con tante "stazioni". Tra queste, ve ne è una che ho la FORTUNA di captare SEMPRE CHIARA E DISTINTA. Ne sono come una sorta di "ripetitore", non solo e non tanto per quello che scrivo e che dico, ma... per quello che INDUCO A CAPTARE. I ripetitori cosa fanno, se non trasmettere, anzi ritrasmettere ed amplificare i segnali, in modo che possano percepirli quante più persone possibile? Beh, questo è Pino, ormai da circa 30 anni.  Evoluzione della specie.  : )
     Per essere preciso (tu sai che io tento sempre di essere il più preciso possibile, onde evitare malintesi), questa attività di "ripetitore" è del tutto silente: si svolge cioè senza scritti nè parole, come quella di ogni ripetitore che si rispetti. Hai visto mai un ripetitore di onde radio scrivere o parlare? Se hai la radio, capti il segnale, e tutto finisce lì. In questo caso, le radio (e anche i ripetitori) sono esseri umani. Niente di strano: o almeno per me sarebbe strano se ciò non fosse.
     Scrivo, e mi viene a mente una storia che lessi su Topolino quando ero ragazzino: c'era Pippo, l'amico di Topolino, che per partito preso non credeva ai fantasmi; ed un fantasma (vero) che tentava in tutti i modi, con le buone e con le cattive,  di fare in modo che gli venisse riconosciuta la sua natura e dignità di fantasma, senza peraltro riuscirvi: nè con le buone, nè con le cattive. Mi sento spesso nei panni di quel fantasma; ma è il mio destino e ci sono abituato...  : ))
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Pino, come puoi asserire  che l'applicazione Freudiana sia una teoria ? Nel momento in cui una teoria viene confermata da un
fatto è scienza. L'intuizione iniziale di Freud (non del tutta sua al 100x100) fu geniale, la catarsi fu studiata già dai filosofi Greci
ed ancora oggi sia che venga applicata con metodo scientifico o con individuale spontaneità porta grande benefici.
Infine se si crede anche a ciò che non si vede come si può dubitare di ciò che viene studiato e verificato ?
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Il terzo problema che poni, e lo poni per la seconda volta se non sbaglio, è quello dell'intuito. Vuoi insomma sapere cosa, secondo me, è l'intuito.
     Non ho esitazione nè remore a dirti, caro Vincenzo, che viviamo in un continuum non solo spazio-temporale, come insegna la relatività, ma anche in un continuum spirituale: nel quale continuum non esistiamo solo noi, ma miriadi di entità intelligenti, insieme alle voci del tempo passato e del tempo futuro, alle idee ed ispirazioni più svariate, a NOI STESSI in versioni molto più perfezionate e profonde e a cose che neanche la mente più fervida (ecco: neanche Freud :)potrebbe immaginare. Alcuni si rendono conto di tutto ciò; altri non se ne rendono conto, ma TUTTI siamo immersi in questo universo di pensieri e di idee. Dunque l'intuito lo ritengo ispirazione: il genio, prima che genio, è CONTATTO.
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Quanto alla sinergia tra scienza e filosofia, sfondi una porta aperta. Ricordo ancora qui quell'opera monumentale che è la "storia del pensiero filosofico e scientifico" di Ludovico Geymonat, che altro non ha fatto nella sua vita che predicare questa cosa.
     Tuttavia, i rispettivi campi devono rimanere ben chiari e distinti. La scienza è scienza, la filosofia è filosofia. Il metodo scientifico non ha per la filosofia alcun significato, come nessun significato possono avere per la scienza problemi relativi ai fini dell'agire umano e in genere alla visione individuale del mondo. Se viceversa si creano commistioni metodologiche o comunque si confondono scienza e filosofia, si finisce facilmente in concezioni retrive ed oscurantiste di tipo medioevale o mitologico.
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Caro Vincenzo, tu poni varie questioni,che ritengo degne di un'analisi approfondita.
     E incominciamo da Freud e dalla psicoanalisi.
     Io ritengo che la psicoanalisi, massimamente nella sua formulazione freudiana, riesca talora (ma non sempre) a conseguire effetti benefici sul "paziente" per via della fiducia che il paziente pone nel terapeuta e del conseguente effetto "placebo" che ne deriva. Ciò detto, va però anche evidenziato che si crea nel paziente una dipendenza dal terapeuta, fenomeno che ritengo assolutamente negativo.
      La psicoanalisi, massimamente nella sua formulazione freudiana, si presenta in tutta evidenza come una costruzione lato sensu "mitologica" che rinserra l'individuo (il "paziente") in una sorta di camicia di forza, tessuta nel susseguirsi di interpretazioni allegoriche, di significati reconditi degli atti anche più banali, di verità laterali del tutto gratuite, che alla fine, anziché liberare la psiche, la rendono schiava di mille e mille presunte verità o "meccanismi" del tutto indimostrati e indimostrabili, perché frequentemente non verificabili nè falsificabili.
     In conclusione: se leggi "a scuola dallo stregone" di Carlos Castaneda (per me altra emerita baggianata, ma forse meno che la psicoanalisi: almeno non è altrettanto osannata), e ci credi, otterrai più o meno il medesimo risultato: scoprirai cioè una "realtà" un po' superiore, un po' laterale, ma comunque del tutto indimostrata e gratuita, in cui potenzialmente riporre fiducia e da cui attenderti la soluzione dei tuoi problemi irrisolti. Corollario: la gente va dallo psicoanalista perché ha fondamentalmente bisogno di qualcuno che la ascolti, e di qualcuno o qualcosa in cui credere. La vera psicoanalisi è l'ASCOLTO, possibilmente GRATUTO (cosa che difficilmente riuscirai ad ottenere dagli stregoni freudiani e non). I veri progressi, le neuroscienze li hanno fatti a livello chimico e a livello di analisi delle funzioni cerebrali: è lì che si gioca la partita della malattia mentale e della sua guarigione. Tanto è vero che oggi talune malattie nervose, come la sindrome bipolare, per decenni inutilmente trattate con psicoanalisi e potenti calmanti, hanno trovato controllo e spesso guarigione per mezzo di nuove molecole idonee a stabilizzare le funzioni cerebrali.
     Freud non era dunque un beota, ma un... sognatore, quello sì. E forse anche un po' pazzo (io sono infatti, per comprovata esperienza, convinto che la massima parte di coloro che si dedicano alla psichiatria, ed ancor più alla psicoanalisi, risolvano pesanti PROBLEMI NEUROLOGICI PROPRI col proporsi di praticare ad altri presunte cure di cui questi ultimi solo raramente hanno davvero bisogno).

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