Commenti a "Circondàti da falsi sorrisi e amori finiti..." di Violetta Serreli


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Concordo con Giuseppe
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Stupefacente, Gianluca, il tuo commento 21, quanto a chiarezza e lucidità nell'esposizione di concetti difficili, profondi, connessi tra loro in cerchi concentrici sempre più ampi. Oltre che condivisibile, mirabile, perché di valenza anche lato sensu artistica. Da meditare parola per parola: questo è il mio consiglio per chiunque dovesse leggerlo.
     Inutile dire che concordo totalmente; con l'ovvia intuizione che si tratta delle solide fondamenta su cui evidentemente poggia un edificio infinitamente più articolato.
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Non ho parole perla bellezza dei vostri interventi...
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E' una visione convincente dell'universo e delle sue declinazioni nelle miriadi di microcosmi quali quelli di alcune comunità di insetti che fanno dell'organizzazione e della relazione fra i suoi componenti la ragione della propria sopravvivenza.
Non è un caso che all'interno di tali gruppi di individui gli entomologi abbiano rilevato la sofferenza fisica arrecata all'intera comunità dalla scomparsa di parte dei suoi membri.
L'osservazione di un simile fenomeno non puo' non indurre una riflessione su quanto avvenga nei rapporti fra gli esseri umani, laddove, anche all'interno di comunità densamente popolate, sussistano forme di vita talmente autonome da far sospettare che ciascuna di esse rappresenti una specie a se stante.
Eppure tutti noi siamo immersi in una rete di relazioni che solo l'autoinganno ci impedisce di riconoscere e ponderare in tutta la sua valenza endemica.
A ben vedere la natura, senza fornirne i razionali, qualche indicazione sulla struttura intima dell'universo e delle sue componenti la offre.
Dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande molte entità (viventi e non) dotate di autonomia funzionale sembrano trarre origine da un insieme di nodi (le sub-unità funzionali) correlati da legami forti e deboli. Ciascuno di questi nodi funzionali sarebbe a sua volta frutto di aggregazioni di ulteriori insiemi di nodi e legami e così via, secondo uno schema ricorsivo in grado di realizzare reti fortemente connesse.
Ciò che rende la comunità di insetti così incredibilmente coesa ed organizzata da apparire essa stessa un essere vivente di ordine superiore e' in effetti l'esistenza di un fine comune a tutti i suoi membri: la vita di ogni individuo dipende da quella degli altri e la influenza.
Per gli esseri umani la percezione di questo fine ultimo e' forse stemperata dal tempo di latenza fra eventi perturbativi, occorrenti in seno  alla comunità, ed impatti sui singoli individui.
I nessi causali che legano catastrofi ambientali, crisi economiche o altri fenomeni al degrado della qualità della vita di ciascuno appaiono talora così evanescenti da indurre all'errata convinzione di sostanziale mutua indipendenza.
L'acquisizione da parte del genere umano della coscienza di simili dinamiche mi parrebbe già di per se' un risultato strabiliante.
Se pertanto si riuscisse anche solo a prendere atto, come credo sia, che il mondo fisico e quello percepito siano fondati su queste forti interconnessioni e se è vero che gli esseri umani non sono fatti di pura materia se ne potrebbe allora dedurre, per traslazione, che anche le spiritualità dei singoli interagiscano a realizzare una spiritualità di ordine etico più elevato capace di restituire senso e finalità a ciascuna delle sue monadi costitutive, che a tale entità superiore sarebbero destinate prima o poi a ricongiungersi.
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E' una visione convincente dell'universo e delle sue declinazioni nelle miriadi di microcosmi quali quelli di alcune comunità di insetti che fanno dell'organizzazione e della relazione fra i suoi componenti la ragione della propria sopravvivenza.
Non è un caso che all'interno di tali gruppi di individui gli entomologi abbiano rilevato la sofferenza fisica arrecata all'intera comunità dalla morte di parte dei suoi membri.
L'osservazione di un simile fenomeno non puo' non indurre una riflessione su quanto avvenga nei rapporti fra gli esseri umani, laddove, anche all'interno di comunità densamente popolate, sussistano forme di vita talmente autonome da far sospettare che ciascuna di esse rappresenti una specie a se stante.
Eppure tutti noi siamo immersi in una rete di relazioni che solo l'autoinganno ci impedisce di riconoscere e ponderare in tutta la sua valenza endemica.
A ben vedere la natura, senza fornirne i razionali, qualche indicazione sulla struttura intima dell'universo e delle sue componenti la offre.
Dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande molte entità (viventi e non) dotate di autonomia funzionale sembrano trarre origine da un insieme di nodi (le sub-unità funzionali) correlati da legami forti e deboli. Ciascuno di questi nodi funzionali sarebbe a sua volta frutto di aggregazioni di ulteriori insiemi di nodi e legami e così via, secondo uno schema ricorsivo in grado di realizzare reti fortemente connesse.
Ciò che rende la comunità di insetti così incredibilmente coesa ed organizzata da apparire essa stessa un essere vivente di ordine superiore e' in effetti l'esistenza di un fine comune a tutti i suoi membri: la vita di ogni individuo dipende da quella degli altri e la influenza.
Per gli esseri umani la mancata percezione di questo fine ultimo e' forse stemperata (e quindi in parte giustificata) dal tempo di latenza fra eventi perturbativi, occorrenti in seno  alla comunità, ed impatti sui singoli individui.
I nessi causali che legano catastrofi ambientali, crisi economiche o altri fenomeni al degrado della qualità della vita di ciascuno appaiono talora così evanescenti da indurre all'errata convinzione di sostanziale mutua indipendenza.
L'acquisizione da parte del genere umano della coscienza di simili dinamiche mi parrebbe già di per se' un risultato strabiliante.
Se pertanto si riuscisse anche solo a prendere atto, come credo sia, che il mondo fisico e quello percepito siano fondati su queste forti interconnessioni e se è vero che gli esseri umani non sono fatti di pura materia se ne potrebbe allora dedurre, per traslazione, che anche le spiritualità dei singoli interagiscano a realizzare una spiritualità di ordine etico più elevato capace di restituire senso e finalità a ciascuna delle sue monadi costitutive, che a tale entità superiore sarebbero destinate prima o poi a ricongiungersi.

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