Commenti a "Il destino non esiste. È solo un nome..." di Alec Endorphins


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Caro Giuseppe,

Io non ti ho parlato di sementica della lingua. Ti ho detto che per me, scientificamente, che una cosa sia rara non è dimostrazione che sia casuale!!! :)
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Vincenzo carissimo, sono perfettamente concorde con te quando dici che il destino è una cavolata. Non ho mai sostenuto il contrario. Forse dal mio discorso non si evince il mio banale dire che non esiste nè il destino, nè una "reale" casualità. Ogni evento ha una causa ed ogni evento è causa di altri eventi. Dico, col mio pensiero, che la nascità dell'Universo o di qualsiasi eventuale precursore resta una singolarità finchè non se ne scopre la causa ....
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Se non ho male inteso, la terza posizione mi pare quella di sir Jo Black : nè caso nè destino, tutto è riconducibile a serie causali prevedibili, è solo la nostra incapacità di prevederle che ci induce a chiamare in causa il Caso o il destino.
E' una posizione rispettabilissima, mi pare.
Le convinzioni 1 e 2, viceversa, mi paiono frutto della stessa matrice: esistenza di un incomprensibile filo conduttore degli eventi.
Insomma: che il meteorite sulla testa ce lo mandi il destino, o che ce lo mandi il Caso, mi sembra solo una diversa attribuzione di paternità del fenomeno...
Viceversa, per la terza concezione, non esiste un filo conduttore, e tutto è meccanicisticamente riconducibile a concatenarsi di cause materiali. Tornando al meteorite, scende dal cielo, e... chi coglie coglie.  : )))))))))))
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Nella lingua italiana, la parola "casuale" significa "dovuto al caso", ed ha come sinonimi i termini "acci*dentale", fortuito", "occasionale".
Il termine "caso", a sua volta, può avere diverse accezioni, tra cui quelle che ci interessano sono essenzialmente due:
1) avvenimento imprevisto, circostanza fortuita. In diritto, si parla di caso fortuito per indicare un evento indipendente dalla volontà umana e imprevedibile;
2) causa misteriosa e remota degli avvenimenti umani (il caso ci ha fatto incontrare; affidarsi al caso; non bisogna attribuire tutto al caso). Sinonimi: fatalità, sorte. Questo secondo significato, se ben si guarda, indica quasi... una sorta di destino... privo di intenzione.  : )))
Il termine "casuale" si riferisce al primo significato. Evento fortuito, indipendente dalla volontà umana e imprevedibile. Nella specie, pur avendo lanciato via una serie indefinita di mozziconi, solo in rarissimi casi si era verificato l' evento "mozzicone caduto in posizione verticale", senza che in alcun modo vi avesse concorso la mia volontà. Si trattava dunque di evento imprevedibile, fortuito, acci*dentale, occasionale in quanto estremamente raro. Credo di non aver errato definendolo casuale a motivo della sua estrema rarità.
Alla stessa maniera, definirei casuale (in questa accezione) la caduta di un meteorite sulla testa di un essere umano: l'estrema rarità è sicuro indizio di casualità (evento fortuito, acci*dentale, occasionale).
Non mi sognerei mai, viceversa, di attribuire al rimanere all'erta di un mozzicone o ad una mo*rte per caduta di meteorite un'eziologia misteriosa e remota, dovuta a un "caso" che regga gli avvenimenti umani.
Per me, infatti, il "caso" non esiste; nulla è casuale, ma tutto è già scritto, e noi assistiamo alla nostra vita come in un film, avendo solo l'illusione di poterne modificare gli eventi essenziali, che sono già scritti e noti. Tanto è vero che molti (e sempre le stesse persone) riescono a prevederli: cosa che sarebbe impossibile ove le infinite serie causali degli eventi in questione, talune estremamente improbabili, dovessero ancora venire in essere. Se il fatto viene previsto, quelle serie causali, da qualche parte, vi sono già.
Esistono dunque sul problema 3 posizioni:
1) attribuzione degli eventi al destino (è la mia posizione);
2) attribuzione degli eventi al Caso (con la C maiuscola): posizione di Nietszche, di altri, e mi sembra anche di Vincenzo;
3) attribuzione degli eventi alla volontà umana e a serie causali fortuite. Quest'ultima posizione io la ritengo plausibile ed utile, più o meno, solo per i mozziconi di sigaretta che restano all'impiedi.  : )))
Era viceversa destino di Vincenzo e di tutti voi che oggi vi cadesse sulla testa... il meteorite Freda.  : )))))
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Infatti io parlavo di statistica di cui il calcolo delle probabilità fa parte ...

E' ovvio che il lancio della moneta ogni volta che viene effettuato non tiene conto del lancio precedente (e questo per il discorso farfalla a new york sarebbe da dimostrare), ma è anche ovvio che osservando una moneta  possiamo dire che le possibili uscite dal lancio della moneta sono 2 ... poi, escludendo tutte le variabili intorno, diciamo che la probabilità che esca una faccia o l'altra è il 50% ... Poi facciamo un'altra analisi e possiamo stabilire che se su un certo ampio numero di lanci la quantità di volte che esce una faccia è (per esempio) del 75% evidentemente siamo in presenza di qualche condizione particolare ...

Mi sembra che il calcolo delle probabilità sia servito al meno a fare una deduzione ...

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