Scritta da: Emilio Tasca
in Frasi & Aforismi (Abuso)
Niente devasta di più d'una lacrima d'un bimbo che soffre ingiustamente.
Composta domenica 14 marzo 2010
dal libro "Dieci anni di PensieriParole" di PensieriParole Staff
Niente devasta di più d'una lacrima d'un bimbo che soffre ingiustamente.
Non si possono chiudere gli occhi e pretendere di vedere le stelle.
Il matrimonio deve combattere un mostro che divora tutto: l'abitudine.
Tratta giustamente sempre bene una persona, ma non fare modo che diventi una sua abitudine perché lei aspetterà il tuo primo sbaglio per farne subito un dettaglio.
E poi ti abitui. Ti abitui a non vedere più quel ragazzo. Ti abitui a non avere più quell'ansia che avevi ogni volta prima di vederlo. Ti abitui a non cercarlo più e a non vedere più quel display che si illumina, a non incrociare più le tue mani con le sue, a non sfiorare più quelle labbra che ogni volta ti faceva battere il cuore a mille. Ti abitui e non sentire più il suo respiro addosso al tuo, ti abitui a stare senza di lui. Ti abituerai a tante cose, ma l'unica cosa che so è che non si potrà dimenticare mai niente.
Di imbellettate parole son fatte alcune persone altre di silenzi da dover decifrare, ma il tempo si sa è un gran signore mostra sempre dov'è l'errore.
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma siamo "malati di abitudine". Chi è abitudinario accetta qualsiasi cosa, qualsiasi dolore. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, che ci sono indifferenti, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, si è impotenti nel reagire. L'abitudine è il più spietato dei veleni, entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce poco a poco nutrendosi della nostra vita, e quando ce ne rendiamo conto è ormai troppo tardi, ogni nostro gesto è condizionato, continuiamo ad "amare", per abitudine, una persona "estranea".
L'abitudine è la più infame delle malattie, perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente e cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni gesto s'è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
Ciò che non è vissuto col cuore diventa abitudine, è solo questione di tempo.
Quando ero piccola, mettevo abiti smessi da cugine, amichette, perché: la nostra era una famiglia numerosa e povera. Adesso possiedo numerosi, abiti nuovi, ma non proverò mai più la felicità, innocente che mi dava, un'abitino nuovo quando ero bambina...