in Frasi & Aforismi (Saggezza)
Amore, il grande Re, ha restituito la vita al mio morto io; ha ridato la luce ai miei occhi accecati dalle lacrime; mi ha sollevato dalla fossa della disperazione al celeste regno della Speranza.
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Amore, il grande Re, ha restituito la vita al mio morto io; ha ridato la luce ai miei occhi accecati dalle lacrime; mi ha sollevato dalla fossa della disperazione al celeste regno della Speranza.
Lo spirito in ognuno di noi si manifesta negli occhi, nell'espressione e in tutti i movimenti e i gesti del corpo. Il nostro aspetto, le nostre parole, le nostre azioni non sono mai più grandi di noi stessi. Giacché è l'anima la nostra dimora, gli occhi ne sono le finestre e le parole i messaggeri.
Anche il più saggio tra noi si piega sotto il peso d'Amore: eppure esso è, in verità, leggero come un alito di vento.
La vita è un'isola in un oceano di solitudine: le sue scogliere sono le speranze, i suoi alberi sono i sogni, i suoi fiori sono la vita solitaria, i suoi ruscelli sono la sete. La vostra vita, uomini, miei simili, è un'isola, distaccata da ogni altra isola e regione. Non importa quante siano le navi che lasciano le vostre spiagge per altri climi, non importa quante siano le flotte che toccano le vostre coste: rimanete isole, ognuna per proprio conto, a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità. Siete sconosciuti agli altri uomini e lontani dalla loro comprensione e partecipazione.
L'amore è il solo fiore che cresce e sboccia senza l'aiuto delle stagioni.
Gli affetti del cuore sono come i rami del cedro; se l'albero perde un ramo robusto,
soffre, ma non muore. Riversa tutta la vitalità nel ramo accanto, perché possa crescere e reimpire il posto vuoto.
Lo spirito afflitto trova pace
solo in unione a uno spirito a lui simile.
I due convergono nell'affetto,
come uno straniero si rallegra
a vedere un altro straniero
in una terra lontana.
I cuori che si uniscono
per mezzo del dolore
non saranno separati
dalla gloria della gioia.
L'amore lavato dalle lacrime
rimane eternamente puro e bello.
Un amico lontano
è a volte più vicino
di qualcuno a portata di mano.
È vero o no
che la montagna ispira più reverenza
e appare più chiara al viandante della valle
che non all'abitante delle sue pendici?
Musica: tu ci hai insegnato a vedere con l'orecchio e a udire con il cuore.
Ti ho atteso come Penelope aspettava Ulisse, come Giulietta aspettava Romeo, come Beatrice aspettava Dante per riscattarlo. Il vuoto della steppa era affollato dai ricordi di Te, dei momenti passati insieme, dei luoghi nei quali siamo stati, delle nostre gioie e delle nostre discussioni. Ma quando guardavi indietro, verso le orme dei miei passi, non ti vedevo. Ho sofferto molto. Ho capito che avevo imboccato un cammino senza ritorno, e mi sono resa conto che, quando agiamo così, non possiamo fare altro che continuare per quella strada. Allora sono andata da un nomade che avevo conosciuto tempo prima, gli ho chiesto di insegnarmi a dimenticare la mia storia personale, ad aprirmi all'amore che è presente in ogni luogo. Con lui, ho cominciato ad apprendere la tradizione del Tengri. Un giorno, guardandomi intorno, ho visto quell'amore riflesso in un paio d'occhi: nello sguardo di un pittore di nome Dos.
Ero molto addolorata: non potevo credere che fosse possibile amare di nuovo. Lui non mi ha detto molte cose: mi ha solo aiutato a perfezionare il russo, e mi ha raccontato che nella steppa usano sempre la parola "azzurro" per designare il cielo, anche quando è grigio - perché sanno che al di sopra delle nuvole è sempre di quel colore. Mi ha preso per mano, e mi ha aiutato ad attraversare queste nuvole. Mi ha insegnato ad amare me stessa, prima che ad amarelui. Mi ha rivelato che il mio cuore doveva servire me e Dio, e non essere assoggettato alle necessità degli altri.
Mi ha detto che il mio passato mi avrebbe accompagnato per sempre: tuttavia, quanto più fossi riuscita a liberermi dei fatti e a concentrarmi solo sulle emozioni, tanto più avrei capito che nel presente esiste sempre uno spazio grande come la steppa, che dev'essere colmato con atro amore e altra gioia di vivere.
Infine mi ha spiegato che la sofferenza nasce quando ci aspettiamo che gli altri ci amino nel modo che immaginiamo, e non nella maniera in cui l'amore deve manifestarsi - libero, incontrollato, pronto a guidarci con la sua forza e a impedirci di fermarci.