Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...le laceravano la pelle come spade di ghiaccio. Chiamavano lei! E lei avrebbe potuto fare qualcosa, ma aveva paura, una dannata, incontrollabile paura. Avrebbe rischiato la sua vita per salvare quella dei suoi figli? Un gesto d'amore, di coraggio: il gesto che ogni madre farebbe per i suoi figli. Ma lei non era mai stata capace di fare la madre, e non era nemmeno mai stata coraggiosa. I singhiozzi la percossero. Urli laceranti le perforarono i timpani. "Basta! Fai che smettano! Fai che smettano!".
Smisero.
Aprì gli occhi. Attorno a lei un lago di sangue. I suoi bambini stesi inerti all'interno delle gabbie dove Jane li aveva rinchiusi. Il viso di Jane era contorto dalla follia omicida che la pervase. Muoveva le labbra, forse le stava dicendo qualcosa. Non voleva sentire. Era una voce lontana quella che giungeva alle sue orecchie. Era tutto così strano, lento, le sembrava di sognare. Sì, probabilmente è un incubo, un brutto incubo. "Adesso mi sveglio, sì, mi sveglio."
Lentamente i suoni tornarono ad essere udibili, l'odore acre del sangue penetrò violento nei suo polmoni. Un odore che le diede la nausea.
"... e non osare farne parola! Questo stiletto è ancora affilato e non ... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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