Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...uno spettacolo adatto a voi..."
Un uomo guardò e andò a vomitare tra i cespugli. Nik stava avvinghiato a sua madre come se avesse paura di perderla.
Claire nella gabbia era ormai quasi irriconoscibile. La sua vista fece risuonare nella sua mente dei gridi lontani, indefiniti. Anch'essi appartenevano al passato, come tutto quello che era lì dentro.
Tom Ganlet stava supino a terra, un osso tinto del suo stesso sangue sporgeva dalla gola. Spruzzi porpora tingevano le pareti spoglie della caverna.
Quella visione non lo turbò. Pensava che sarebbe stato male, che avrebbe avuto paura. Non stette male e non ebbe paura. Forse era diventato veramente un uomo. No, si era illuso più di una volta di esser cresciuto e si era sempre sbagliato, non avrebbe più commesso lo stesso errore.
"Tu!! È tutta colpa tua!! Sono tutti morti per colpa tua!! Tu li hai uccisi! Che tu sia maledetta!!"
Una voce femminile, stridula, alta, deformata dal dolore lo svegliò dal torpore dei suoi pensieri... Un viso rigato dalle lacrime e contorto in un'espressione disperata.
La donna stava camminando furiosamente verso di lui, i capelli mori scompigliati al vento, gli occhi iniettati di sangue per il furore e per il pianto.... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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