Scritto da: Luca Zecca

Sul trascendente


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...Possiamo sentirlo con noi stessi ma non ragionarlo: è un dato di fatto che abbiamo questo limite. Se però non possiamo immaginare un infinito possiamo ben capire come qualunque unità "finita" nell'infinito perde di significato. Se disegno una riga lunga 1 metro e una riga infinita quella di 1 metro non la posso rappresentare nemmeno come un puntino: diventa talmente piccola a confronto che sparisce. Ogni cosa quindi volta alla materialità essendo legata a una riga finita che contrasta con l'infinito non ha senso di essere.
Qualunque cosa accumulate o fate qui è destinata a perdersi. Punto. Ogni azione ed emozione deve essere volta a una dimensione più alta. Chiamatelo trascendente, chiamatelo "al di là" o come più vi piace ma chiaro deve essere che pensare che sul serio qualcosa possa essere legato qui è senza un senso.
È inutile indagare come possa funzionare la dimensione trascendente della nostra: semplicemente non possiamo. Altro dato di fatt. Sforzarsi o voler trovare un senso a cose che non sono mentalmente concepibili vi porterebbe alla follia e a dei paradossi che vanno sentititi per capirli. Appannaggio di pochi qui ma certezza per tutti dopo la morte. È questione di tempo ed è incontrovertibile: ... [segue »]
Composto lunedì 26 giugno 2017

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