Dialogo tra me e Sofia


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...una comunità mondiale fondata sulla solidarietà di tutto il genere umano.
"L'amore, la buona scienza, le religioni, la sicura nutrizione, un tetto dignitoso e tutti gli atti compiuti dall'uomo in tutti i campi del vivere potrebbero sicuramente favorire questa tendenza e rapidamente accelerarla per realizzare, ripeto, una civile convivenza su scala mondiale, dove le radici della pace e del vero progresso sociale, morale, scientifico, religioso troverebbero certamente la loro linfa vitale, trasformando così la nostra società dello scontro nella civiltà del dialogo e della tanto anelata fratellanza, partendo dal principio che ogni individuo è portatore di diritti e di libertà inalienabili indipendentemente dalla sua razza, sesso, colore, lingua, religione, opinione politica, origine nazionale o sociale, censo e nascita".
Mi alzai e le feci un inchino, segno di tutta la mia devozione. Poi, baciandole la mano, aggiunsi che, se l'avesse ancora gradito, volentieri sarei tornato da lei per ascoltare le sue dissertazioni su altri argomenti. Col sorriso sulle labbra e con la luce dell'intelligenza negli occhi accolse il mio desiderio e, porgendomi di nuovo la sua mano vellutata, mi rispose:
"Sarò qui ad attenderti, amico mio. Di te ho stima, perché, mentre io parlo, ascolti e le tue risposte pertinenti sono sempre impregnate di tanto anelito d'amore verso il prossimo. A presto, mio gradito amico".
Così mi congedai felice, ma anche un po' turbato.
Composto mercoledì 6 dicembre 2000

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