Un ragazzo calabrese

Capitolo: La mia Calabria.

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...ottenere il favore, l'agevolazione di far lavorare mio padre per qualche giorno in qualche cantiere edile come muratore.
Oramai adolescente, dignitoso, provavo un po di vergogna, quando mia mamma mi diceva di andare a comprare un chilo di spagetti o un litro d'olio e dirgli al bottegaio, di segnare il tutto sul suo libretto dei crediti. Ero stufo di vedere mio padre partire all'avventura per Milano; lavorare tre mesi e poi ritornare a casa, malaticcio e scoraggiato, con qualche soldo in tasca che bastava a malapena per dare un acconto alla bottega per ottenere ancora credito. Avevo 19 anni e decisi che era il tempo di tentare la fortuna emigrando a Milano. Mia madre era contraria, temeva che mi accadesse qualcosa ma, nel contempo, sapeva che qualcosa bisognava fare per cambiare il nostro destino. Ma non lasciò che partissi da solo, convinze il Nino, "futuro fidanzato di mia sorella", a partire con me. All'inizio della primavera Marzo del 1959, preparammo le valige e una mattina all'alba, alla fermata nella piazza principale del paese, prendemmo il pulman che ci portava alla stazione ferroviaria di Vibo Marina "una frazione di Vibo Valentia" Tanti pianti, tanti abbracci finché il grosso automezzo si mosse ... [segue »]
Composto sabato 17 dicembre 2016

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