Scritto da: Andrea Manfrè

Come lucciole di vita


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...Poche luci nel buio che ingoia il mondo.
Poi, però, sento qualcosa. Anche senza che percepisca alcun rumore, so che qualcosa si muove. Proviene dal corpo. La notte è livida, freddissima come sempre.
Io ho le mani spaccate, dal labbro cola sangue. Ne sento il sapore caldo misto a quello del bosco. Mi avvicino alla mummia, che pare vestita a festa. C'è qualcuno o qualcosa che
si agita dentro la giacca. Con un certo timore infilo una mano.
Qualcosa in quel momento me la percorre, mi pervade un senso di schifo. La ritraggo subito. Prendo un cerino dalla tasca, non senza paura, lo sfrego in una pietra grigia. E compaiono, allora, nella mano e poi in tutto il corpo, quegli esserini minuscoli.
Sono come insetti, come falene, come lucciole luminosissime e inutili. Pare che nel mio corpo si trovino bene, come se io fossi di loro gradimento.
Si direbbe anzi che mi stiano mangiando. Ed io, vi sembrerà strano, ma io, dopo un iniziale ribrezzo, non provo quasi più nessun orrore. Poi avvicino il cerino e lo sguardo si sbarra. Olmo, sei tu? Sei tu Roberto? "Si, siamo noi, vieni, vieni a divertirti nella magica notte del paese". Sono loro. I ... [segue »]

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