Scritto da: Mario Pulimanti

Romanzo trasteverino


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...voce. "Stai zitto, Giancarlo, o ti spacco la faccia". "Non offenderti Francesco; in realtà sai anche tu che le cose stanno così". "Non è giusto". "Invece è così che va la vita. Ti lasciano e se ne vanno con un altro". "Davvero?" Dico, guardandolo sorpreso. "Davvero. Tu non conosci bene le donne". "Ma che sciocchezza! Gigliola è ancora innamorata di me. Questo è vero" urlo esasperato. "Ok, ma a me che cazzo me ne può fregare, oltretutto!" Risponde Giancarlo. Poi si alza in piedi. Sembra provato da questa conversazione, dalla vita. E da questa mattinata che sta irrimediabilmente morendo. Mi saluta e se ne va. Esco anch'io dal bar. Attraverso Vicolo dei Panieri e arrivo a Vicolo del Cedro. Al civico 26 entro in una nota galleria d'arte fotografica specializzata nella riproduzione su tela di stampe fotografiche. Mentre sto ammirando le opere esposte mi sento chiamare. È Pietro, un mio vecchio amico. Si sta recando in un laboratorio teatrale e mi chiede di accompagnarlo. E così entriamo al civico 5. Un vecchio portone di legno. Per maniglie due fori dove ci si infilano le dita. Forse una volta un magazzino. Forse una stalla. Oggi una serie di archi di pietra ... [segue »]
Composto venerdì 10 maggio 2013

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