Scritto da: Mattia Gelosa

Il mito del girasole


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..."Il tuo nome poco m'importa - le sorrise l'uomo - mentre vorrei conoscere il sapore dei tuoi baci, l'odore dei tuoi capelli che sono più lucenti di queste spighe mature e il tocco della tua pelle scura come la terra usata per decorare i vasi più preziosi." Quelle parole le catturarono definitivamente il cuore, così la ragazza si fermò così a cantare con quello sconosciuto per lungo tempo, fino alla sera, quando rincasò per la cena, inquieta e turbata: com'era possibile che la voce di quel giovane non abbandonasse mai la sua mente e i suoi pensieri, che la sua immagine fosse impressa sui suoi occhi ancora a distanza di ore e che la sua pelle ancora tremava per il calore del contatto con quel corpo conosciuto così poco? Era possibile innamorarsi così in fretta? E, soprattutto, era lecito? Chiese di nuovo consiglio agli dei, pregando la saggezza di Atena e quella di Artemide, finché, esausta, non crollò nel sonno cullata da Morfeo. Fu in sogno, la notte stessa, che le apparve una cerva in un bosco di cipressi: lei vagava per la foresta scalza e vestita con l'abito della notte, quando l'animale le si avvicinò guardandola intensamente, quindi,... [segue »]
Composto lunedì 15 ottobre 2012

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