Scritto da: Giuseppe LONATRO

Nello stesso pozzo


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...il suo chiodo fisso! Poi magari, per strada, mentre aspettava di prendere il tram, pioveva, e allora tutta quella preparazione mattutina da vecchia diva andava a farsi benedire ma a lui andava bene anche così.
Marcello entrò nella stanza del padre. Era l'ora del pranzo. Il figlio decise di non affidare le cure del padre a nessuno, non cercò nessuna badante come gli era stato consigliato, si mise in ferie e stabilì che doveva essere lui l'infermiere, il padre, il figlio, la moglie e quant'altro poteva essere, come nella migliore novella Pirandellina, Marcello assunse le fattezze del caso.
La pastina in bianco con poco olio e poco sale ma tanto formaggio – era goloso di formaggio – fumava in quel piatto concavo e a Marcello, maldestro com'era, ne cadde un po' sul polso della mano sinistra: "cazzo com'è calda!" Esclamò Marcello.
Ma l'odore era troppo forte, l'esalazione di quel grana gli riempiva le narici, non riuscì a resistere alla tentazione di leccarsi il polso... e lo fece, compì quel gesto quasi di nascosto, in modo furtivo e mentre assaporava il gusto di quella fragranza si accorse che gli occhi del padre lo guardavano, aveva lo sguardo indagatore come dire: "ma ... [segue »]
Composto mercoledì 30 novembre 2005

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    Scritto da: Giuseppe LONATRO
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    A mio padre.

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