Scritto da: Giuseppe LONATRO

Nello stesso pozzo


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.....", rispose Marcello.
Giuggiù accennò ad un pianto, un pianto muto e con le mani convulse cercava un fazzoletto nella tasca dei pantaloni che non trovava e a Marcello venne un nodo alla gola e asciugò con le sue mani quella tristezza dal volto del padre dicendo: "va bene papà, dammi il tempo di organizzarmi e tra una settimana ti porto via da quest'inferno...". In un attimo padre e figlio si erano ritrovati, in quell'istante tutta la loro vita scivolava leggera nelle loro memorie, tutti i vuoti di un passato venivano riempiti da parole mai pronunciate, in quel preciso momento Marcello decise di prendersi cura del padre.

VII

Giuggiù e la pioggia.
Il cielo nero si impossessava delle finestre di quella grande camera, cumuli di nubi che sembravano in preghiera e Giuggiù trascorreva l'intera giornata in quella grande stanza, solo qualche intervallo per pranzo o per cena, ma il suo mondo era tutto lì, racchiuso in quelle quattro mura.
Giuggiù amava la pioggia, quasi le rassomigliava, cadeva giù stremata come un'ultima disperazione dal cielo. Il suo ticchettare a volte lieve altre violento sul vetrocamera lo conquistava, lo rapiva, il suo umore lunatico si trasformava in contentezza, il tintinnio sui tetti ... [segue »]
Composto mercoledì 30 novembre 2005

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    Scritto da: Giuseppe LONATRO
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    A mio padre.

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