Quindici mesi di pastasciutta
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Quindici mesi di pastasciutta. Quattrocentocinquanta giorni da bersagliere. Piume al vento. Un'esperienza comunque bellissima con episodi vari e coinvolgenti:
Dopo solo venti giorni, lancio di una bomba (R.S.C.M.), il nostro comandante ci offre gratuitamente una vacanza di tre giorni a casa. Week-end a chi riusciva a colpire il bersaglio, una tavoletta di legno sistemata al centro di un cerchio conficcata dritta nel terreno. Fu allora che memore delle alte gesta vissute nei conflitti urbani d'infanzia, decisi di sbriciolare in mille pezzi quel legno nemico. Il giorno dopo a casa, avevo vinto la prima battaglia.
Mi ritorna alla mente di quando una sera in una missione difficile, capo squadriglia, ci infiltrammo tra i fornelli in dotazione presso il centralino, dove prestavamo servizio. Fuoco altissimo dei tegamini roventi. Dalle bistecche ormai quasi cotte saliva in alto, in una nube enorme, un profumo gradevolissimo di conquista. Tutto era magicamente pronto. Ad un tratto si aprì la porta e improvvisamente apparve un impavido tenente colonnello ispettore. Tutti in piedi sull'attenti, offuscati da inebrianti esalazioni, vedemmo morire miseramente quelle innocenti fettine di manzo.
Le mie famose battaglie da bersagliere furono condotte tutte con alto senso del coraggio tra i fornelli, cucina e ... [segue »]
dal libro "Le giornate del mio tempo" di Costantino Posa
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