Scritta da: G. Venturini

Campane a Venezia

Le parole sono ponti trasparenti,
toccano il cuore e la mente,
l'altra faccia della mia anima.
Non ci siamo mai parlati
veramente io e te, a Venezia,
persi dentro a calli oscurate
dalle ombre del giorno,
quando tira il vento freddo
di tramontana, quando il grigiore
offusca la luce quotidiana
e fa sembrare ogni momento
un lungo crepuscolo.
I ricordi sono rimasti tra me e lei,
fitti come la nebbia di notte
a Santa Lucia. Intimi amanti
di una passione strappata,
friabile, solo sognata... distante,
poi, solo occhi inesistenti.
Il tempo era scandito
dalle campane di piazza San Marco,
da onde e da maree, da mani nude in tasca
intorpidite dalla nostalgia
di vedere l'icona d'oro e noi stretti stretti,
come i tasselli di un mosaico arcano.
Si sfogliano i molteplici frammenti
di un istante, di una carezza,
mentre lente suonano le campane,
nel tramonto di questa sera
rosso veneziano.
Composta giovedì 10 dicembre 2009

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    Scritta da: G. Venturini
    Ha partecipato al concorso
    Come un granello di Sabbia

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