Scritta da: Gio Gio
Era l'occhio rivolto al cielo infinito
del cigno che si libra nel vento,
il nutrimento della terra rapito
dall'albero che nasce sul cemento.
Era cielo che
bagnava i nostri capi senza velo,
ed era terra,
immobile sino alla scossa che verrà...
Scende quell'angelo alato dal suo regno
sfiora uomini e polvere colmo di sdegno...
ratto si muta ed ecco il rapace,
ed era cielo,
l'artiglio proteso di chi non ha pace,
ed era terra,
l'occhio e l'animo nero di pece,
ed era aria,
la piuma e l'ala nella sua fece,
e divenne sangue!
Nulla dall'occhio di bestia si distingue:
lo schianto e ancora il becco che picchia
sporco di rubino, "non importa quel che segue! ",
ancora... e l'amata terra si macchia...
Quella linfa... la forza di chi non è solo
ora il sole che strascica raggi e tramonta
quella linfa... la forza nel volo
ora il lago del crepuscolo in cui affonda.

Vola nella terra
Ripudia il cielo
Respira sangue
Nelle sue vene scorre aria

Ma di nuovo bruceranno le ceneri della fenice...
"Fiamme purificatrici abbattetevi sulla chimera,
dilaniate le prigioni dell'essere infelice!"
ali di nuovo ardore, e niente sarà più com'era.

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