Scritta da: Cristina Tarabella

A mio marito

Al giovane che diventò mio compagno nella vita...

Ti amo di un amore così profondo
che nemmeno gli déi potrebbero comprendere,
perché questo amore trascende anche gli déi.

Ogni limite ed ogni misura non hanno senso
per spiegare il mio sentimento.

E tu mi chiedi se ti amo!

Nell'ignoto dell'Universo
che è dentro di noi, e che pure ci imprigiona,
io ti ho incontrato;
ci siamo presi le mani e abbiamo camminato insieme.

Sconfinati orizzonti si sono aperti allora, come voragini,
sotto e dentro di noi...
sono gli abissi dell'amore.

E allora, in un momento perfetto, rarefatto nel tempo e nello spazio,
noi ci siamo immersi nel profondo,
volando... nuotando... bevendo...

Abbiamo bevuto l'ambrosia eterna dell'anima,
ed essa è divenuta il sangue delle nostre vene, ci ha reso immortali, divini,
eternandoci nell'amplesso di questo sentimento.

E tu mi chiedi se ti amo!

Chi altri, se non tu ha aperto la mia vita alla vita?

Quale ignoto destino di cecità mi sarebbe toccato,
se tu non fossi stato là, ad aspettarmi, nel Nulla sconfinato,
nell'arido deserto di chi non sa cosa sia l' amare...

E tu mi chiedi se ti amo!

No! È vero!
Questo non è soltanto amore:
questo è l'eterno infinito che si è palesato,
è il miracolo della vita che si è amplificato,
è il canto dell'universo, misterioso e inudibile, che adesso suona per noi,
e riecheggia nelle profondità immense del nostro sentimento.

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