I più me

A passi di tango,
addio Marcello,
addio Rudy.
Non ho cercato niente,
sapevo che era inutile.
Avessi avuto fiuto
sarei stato cercatore,
avessi avuto forza
sarei stato un campione,
ma più di tutto
avrei voluto essere smaliziato e fortunato cacciatore di fortuna.
Ma sono statua di carne
in mezzo a questa folla
che vaga nel fumo,
si urta
si tocca,
mani maschili che cercano culi di donne
che ancheggiano per farsi toccare,
mani di donne
che scorrono di nocche
su pantaloni per provocare.
Ho bicchieri vuoti
davanti a me,
intorno a me,
mantengono tracce colorate
dei liquidi che contenevano,
li inquadro,
li metto in fila,
appannati,
appannanti.
È un arcobaleno,
terremoto negli occhi,
il fegato protesta,
il basso del corpo reclama il bagno,
vuol pisciare,
da lui in su vorrei scopare,
ma anche dormire.
Tengo sveglia questa mia testa
che chiede di riposare.
Intanto lavo i colori dei bicchieri,
ho in mente le parole
"we skipped the light fandango"
bach, l'aria sulla quarta corda,
io sono sempre sulle tante
troppe corde.
L'argentina,
londra,
les enfants terribles di dean street.
vorrei morire di sogni
ma sono costretto a vivere di morte
con davanti a me tanti bicchieri da lavare,
così è la vita,
così è la morte.
Composta sabato 9 giugno 2012

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    Commenti

    1
    postato da , il
    Trovo questo componimento veramente notevole. Senza parafrasare si legge la disperazione e la solitudine allo stato puro. Angosciante e allo stesso tempo così introspettiva da provare disagio, come spiare dal buco di una serratura. Troppo intima, dialogo tra se e se di un uomo che non trova neppure un fuscello al quale accattarsi.  In fondo senza retorica anche un bicchiere  può diventare un triste amico,

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