Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Vede perfettamente onne salute

Vede perfettamente onne salute
chi la mia donna tra le donne vede;
quelle che vanno con lei son tenute
di bella grazia a Dio render merzede.
E sua bieltate è di tanta vertute,
che nulla invidia a l'altre ne procede,
anzi le face andar seco vestute
di gentilezza, d'amore e di fede.
La vista sua fa onne cosa umile;
e non fa sola sé parer piacente,
ma ciascuna per lei riceve onore.
Ed è ne li atti suoi tanto gentile,
che nessun la si può recare a mente,
che non sospiri in dolcezza d'amore.
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    Scritta da: Marzia Ornofoli
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Les silhouettes

    Il mare è sriato di sbarre grig,
    Stonato e cupo è il vento.
    Come una foglia appassita, la luna
    Passa sulla baia di tempesta.
    Tagliandosi sulla sabbia pallida
    Resta una barca nera: un ragazzino
    Ridendo vi si arrampica,
    Le mani bagnate luccicanti.
    E là dove stridendo gli uccelli,
    Sull'erba scura passano
    i giovani abbronzati mietitori,
    Come silhouettes contro il cielo.
    Composta venerdì 7 agosto 2009
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori,
      Le cortesie, l'audaci imprese io canto
      Che furo al tempo che passano i Mori
      D'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
      Seguendo l'ire e i giovenil furori
      D'Agramante lor re, che si diè vanto
      Di vendicar la morte di Troiano
      Sopra re Carlo imperator romano.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Al sole

        Scritto e pubblicato nel 1797.

             Alfin tu splendi, o Sole, o del creato
        Anima e vita, immagine sublime
        Di Dio, che sparse la tua faccia immensa
        Di sua luce infinita! Ore e Stagioni,
        Tinte a vari color danzano belle
        Per l'aureo lume tuo misuratore
        De' secoli, e de' secoli scorrenti,
        Alfin tu splendi! tempestoso e freddo
        Copria nembo la terra; a gran volute
        Gravide nubi accavallate il cielo
        Empian di negre liete, e brontolando
        Per l'ampiezza dell'aere tremendi
        Rotolavano i tuoni, e lampi lampi
        Rompeano il bujo orribile. - Tacea
        Spaventata natura; il ruscelletto
        Timido e lamentevole fra l'erbe
        Volgeva il corso, nè stormian le frondi
        Per la foresta, nè dall'atre tane
        Sporgean le belve l'atterrita fronte. -
        Ulularono i venti, e ruinando
        Fra grandini, fra folgori, fra piove
        La bufera lanciosse, e riottoso
        Diffuse il fiume le gonfie e spumose
        Onde per le campagne, e svelti i tronchi
        Striderono volando, e da’ scommossi
        Ciglion dell'ondeggianti audaci rupi
        Piombàr torrenti, che spiccati massi
        Coll'acque strascinarono. Dal fondo
        D'una caverna i fremiti e la guerra
        Degli elementi udii; Morte su l'antro
        Mi s'affacciò gigante; ed io la vidi
        Ritta: crollò la testa e di natura
        L'esterminio additommi. - In ciel spiegasti,
        O Sol, tua fronte, e la procella orrenda
        Ti vide e si nascose, e i paurosi
        Irti fantasmi sparvero.... ma quanti
        Segni di lutto su i vedovi campi,
        Oimè, il nembo lasciò! Spogli di frutta,
        Aridi, e mesti sono i pria sì vaghi
        Alberi gravi, e le acerbette e colme
        Promettitrici di liquor giocondo
        Uve giacciono al suol; passa 1'armento
        E le calpesta; e istupidito e muto
        L'agricoltore le contempla e geme.

             Intanto scompigliata, irta e piangente
        Te, o Sol, ripriega la Natura, e il tuo
        Di pianto asciugator raggio saluta;
        E tu la accendi, e si rallegra e nuovi
        Prometto frutti e fior. Tutto si cangia,
        Tutto père quaggiù! Ma tu giammai,
        Eterna lampa, non ti cangi? mai?
        Pur verrà dì che nell'antiquo vòto
        Cadrai del nulla, allor che Dio suo sguardo
        Ritirerà da te: non più le nubi
        Corteggeranno a sera, i tuoi cadenti
        Raggi su l'Oceàno; e non più l'Alba
        Cinta di un raggio tuo, verrà su l'Orto
        Ad annunziar che sorgi. Intanto godi
        Di tua carriera: oimè! ch'io sol non godo
        De' miei giovani giorni: io sol rimiro
        Gloria e piacere, ma lugubri e muti
        Sono per me, che dolorosa ho l'alma.
        Sul mattin della vita io non mirai
        Pur anco il Sole; e omai son giunto a sera
        Affaticato; e sol la notte aspetto
        Che mi copra di tenebre e di morte
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il Sole

          Lungo il vecchio sobborgo, ove le persiane pendono dalle
          catapecchie rifugio di segrete lussurie, quando il sole
          crudele batte a raggi raddoppiati sulla città e i campi, sui
          tetti e le messi, io mi esercito tutto solo alla mia fantastica scherma, annusando dovunque gli imprevisti della rima,
          inciampando nelle parole come nel selciato, urtando
          qualche volta in versi a lungo sognati.

          Questo padre fecondo, nemico di clorosi, sveglia nei campi
          i vermi e le rose, fa svaporare gli affanni verso il cielo,
          immagazzina miele nei cervelli e negli alveari. È lui a
          ringiovanire coloro che vanno con le grucce e a renderli
          allegri, dolci come fanciulli, lui a ordinare alle messi di
          crescere e maturare entro il cuore immortale che vuol
          sempre fiorire.

          Quando, simile a un poeta, scende nelle città, nobilita le
          cose più vili e s'introduce da re senza rumore, senza paggi,
          entro tutti gli ospedali e tutti i palazzi.
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            Scritta da: Bramante
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Valzer eterno

            Un attimo da sogno, fra i ricordi,
            corre a ritroso a un vecchio paradiso,
            rimbalza dal tuo cuore palpitante
            e ondeggia fra lo stomaco e la mente.

            Nella tua testa, eterni, dolci istanti,
            danzano un valzer di malinconia.
            Nella tua vita, ormai, ti son compagni,
            di algide sere che non hanno stelle.

            La pelle tua, vestita di speranza,
            vibra di nuovo di carezze antiche
            e senti ancora le sue labbra miele
            su quelle tue, che invece, san di sale!
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              Scritta da: Bramante
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Dissonanti amanti
              offendono l'amore
              che consumano nei pianti
              e imprigionano le ali
              nei letti senza cuore
              stanchi dei rimpianti
              dimenticano il dolore
              che attende di risorgere

              Menti chiuse dentro scrigni
              di sangue e di velluto
              di perle senza luce
              inabissate da vergogne
              che schiacciano le teste
              portano via le vite nei silenzi
              annodano la luce che si sbroglia

              Amanti andati e poi perduti
              Sono alberi senza radici
              che mai saranno liberi
              Un'onda che regge a stento
              ma s'affonda senza vento.
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                Scritta da: Livia Cassemiro
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Orme sulla sabbia

                Questa notte ho fatto un sogno,
                ho sognato che camminavo sulla sabbia
                accompagnato dal Signore,
                e sullo schermo della notte erano proiettati
                tutti i giorni della mia vita.

                Ho guardato indietro e ho visto che
                per ogni giorno della mia vita,
                apparivano orme sulla sabbia:
                una mia e una del Signore.

                Così sono andato avanti, finché
                tutti i miei giorni si esaurirono.
                Allora mi fermai guardando indietro,
                notando che in certi posti
                c'era solo un'orma...
                Questi posti coincidevano con i giorni
                più difficili della mia vita;
                i giorni di maggior angustia,
                maggiore paura e maggior dolore...

                Ho domandato allora:
                "Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
                in tutti i giorni della mia vita,
                ed io ho accettato di vivere con te,
                ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
                peggiori della mia vita?"

                Ed il Signore rispose:
                "Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
                con te durante tutta il tuo cammino
                e che non ti avrei lasciato solo
                neppure un attimo,
                e non ti ho lasciato...
                i giorni in cui tu hai visto solo un'orma
                sulla sabbia,
                sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".
                Composta mercoledì 16 settembre 2009
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