Scritta da: Silvana Stremiz

In solitudine cogliere armoniosi accordi.

Giunchiglie, sulla riva,
ridono con riso dorato
Sull'acqua trema lievemente,
tra ombre del salice,
biondo riflesso di narcisi.
I fiori narrano fole nell'ombra.
Le ninfe spiano dai margini del bosco,
lanciano sguardi melanconici,
si ritraggono come pallidi fiori,
si rifugiano nell'ombra cupa.
Nella macchia un garrulo cinguettare .
Impertinente un pettirosso,
sul sentiero, interroga pipilando.
Il ruscello gorgheggia
con impetuosa letizia .
Tra cielo e terra un sbocciare
gaio d'anemoni ,
un fremere di uccelli.
Il giovane vento, agguantato
dai rami degli alberi,
si lamenta della prigionia.
Le felci giaciono appassite, spezzate,
scarmigliate dall'inverno.
Le foglie cadute dalla quercia,
calpestate emettono un gemito,
risospinte nell'oblio.
L'angoscia delle felci prostrate,
il volo spensierato,
la trepida gioia delle gemme ,
il singhiozzo del vento frenato
percepivo vagando solitario.

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