Le migliori poesie di Salvatore Riggio

Studente, nato mercoledì 1 febbraio 1989 a Grevenbroich (Germania)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Salvatore Riggio

L'eterna attesa

Per quanto tempo ancora ti dovrei aspettare,
non sai che soffro e che sto male?
Per quanto tempo ancora ti dovrei aspettare,
forse pensi che ti abbia dimenticato? Ma no, non è tale!
Per quanto tempo ancora ti dovrei aspettare,
Non sai che mi sento smarrito
come se fossi in mezzo al mare?

Non è che sei tu ad avermi dimenticato,
e che sto aspettando invano e malato?
Sappi che ormai le mie speranze
vanno a diminuire,
ma non smetterò mai di aspettarti
anche se un giorno anch'io dovrò
morire.
Salvatore Riggio
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    Scritta da: Salvatore Riggio

    Senza ritorno

    Tutto ciò che avevo
    e morto insieme a te.
    Ti giuro amore mio
    un giorno smetterò di piangere.
    Mi rialzo e ricomincio a camminare
    perché so che lo avresti voluto
    ora che ci siam dovuti salutare...

    Sarà triste sarà dura
    ora che cammino solo avrò paura.
    Sarà come non lo è stato
    non come lo avevamo sognato.

    Oh fato!
    Perché me l'hai strappata via
    questa fine non se lo meritava
    dovevi prendere vita mia.
    Ma ormai a lei ti sei presa
    e indietro non si può ritornare
    ora cammino solo senza nessuno
    con cui mi possa confidare.

    Amore mio se mi senti!
    Ti chiedo scusa
    so che non vuoi che m'arrendi.
    Ma da solo non ce la faccio...
    Già un ombra vicino a me sento
    ma stranamente non sono triste bensì contento!
    Perché tra un po' sarò accanto a te
    e insieme smetteremo di piangere...
    Salvatore Riggio
    Composta venerdì 9 ottobre 2009
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      Scritta da: Salvatore Riggio

      La mia ombra

      L'amore
      che crebbe in me
      non potevo evitare
      ed è per questo motivo
      che mi lasciai conquistare.
      Quando scopri però che il mio amore
      non era ricambiato,
      provai un enorme dolore
      nel mio cuore ormai ammalato.
      Ora mi sento solo abbandonato a me stesso
      senza una spalla su cui piangere
      credo di essere già depresso.
      Ogni volta che ti penso, tu mi manchi
      mi si piange il cuore e gli occhi
      che ormai son stanchi.
      Se solo avessi qualcuno vicino
      quest'oscuro momento potrei superare
      ma ormai mi è rimasto solo la mia ombra
      e con essa dovrò restare.
      Salvatore Riggio
      Composta venerdì 9 ottobre 2009
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        Scritta da: Salvatore Riggio

        Intrappolato

        Barcollai nel buio della mia ombra
        e lo spazio nero mi avvolse.
        Udii ogni singolo battere nel petto
        poiché talmente oscuro
        divenne che il fiato mi tolse.

        Barcollai nel buio della mia ombra
        ma nulla potei intravedere in quell'infinita distesa,
        niente che sia un appiglio, una sporgenza
        e nemmeno l'aiuto di una mano tesa.
        Dove in ogni dove sembrò che regnasse il silenzio
        finche pure lei, la mia speranza, cessò di esistere,
        poiché alcun sostegno trovò e alla fine
        anch'io come lei mi dovetti arrendere.

        Barcollai nel buio della mia ombra
        e ormai consapevole della mia prigionia
        persi l'equilibrio e caddi, mentre
        lo spazio nero ancor di più mi avvolse.
        Trascinandomi con sé, con la sua agonia.
        Salvatore Riggio
        Composta mercoledì 14 ottobre 2009
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          Scritta da: Salvatore Riggio

          Nulla ho fatto

          Perché mi guardi con quegli occhi diffidenti?
          Io nulla ho fatto per meritarmi quel tuo
          sguardo così gelido e così trafiggente.
          Non esiste alcun motivo per cui
          tu mi debba ferire in questo modo,
          nessuno plausibile che io sappia
          e non credo che ce ne sia neanche uno solo.

          (Oppure si?)

          Quei cristalli di ghiaccio mi fanno sentire così impotente,
          mi sembra di essere colpevole di una colpa che non ho.
          Ma se stai rinchiuso in questo silenzio io nulla potrò capire
          solo prigioniero di quest'ignoranza che te mi hai imposto rimarrò,
          senza la possibilità che io e te ci potessimo chiarire.

          Ma perché mi guardi con quegli occhi così spenti!?
          Così pieno d'odio e rabbia che a stento ti riconosco
          So solo che ce qualcosa in cui tu vuoi che io mi penti.
          Sembrano quasi di nascondere un rimpianto,
          il rimorso di un qualcosa che in passato non hai ottenuto.
          Ma perché in fondo sai che per averla non ci hai provato così tanto.

          Ah inizio ad odiare quel tuo sguardo senza precedenti,
          talmente irritante si è fatto che ormai non mene frega più niente di te!
          E quando cogliesti il mio disgusto nei tuoi confronti
          quegli occhi diventarono ancor più travolgenti.
          Riempiendosi di tale rancore che ruppero
          quell'immagine riflessa dinanzi a me...

          Solo ora riesco a comprendere...
          Io nulla ho fatto e per questo incolpo.
          Ma ormai è troppo tardi e il suo sguardo,
          il mio, nel nulla si andò a perdere.
          Salvatore Riggio
          Composta mercoledì 21 ottobre 2009
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            Scritta da: Salvatore Riggio

            La lacrima rubata e l'anima infastidita

            Con quelle tue innocenti parole,
            mi feristi, mi calpestasti inconsapevolmente.
            Graffiando ciò che nel mio petto è custodito, il cuore,
            mi facesti sentire un nullafacente...

            Un amara tristezza mi assalì,
            qualsiasi cosa io provassi in quel momento.
            Mi fece stringere la gola, il pugno
            che sbattè violentemente su quel tavolo
            finche ogni rumore, bisbiglio in queste mura nel nulla svanì.

            Ora quel pugno addolorato da quell'impatto che ha avuto,
            pian piano sciolse la presa, sciolse le dita
            e si posò sul altra mano facendomi notare che una goccia
            li sopra andò a finire. Come se volesse dare un sollievo a quel dolore
            portandomi a chiedere da quale cielo essa sia caduto.

            In quell'attimo miei occhi sentirono un strano bruciore,
            solo dopo averlo realizzato mi accorsi che avevo la vista accecata
            e tutto ciò che mi stette intorno era sfumato e senza forme.
            Qualcosa mi disse che la mia anima fu infastidita, fu disturbata
            provocata da questa grande delusione, da questo rancore.
            Solo allora son riuscito a capire che quella goccia proveniva da me
            e che non era altro che una lacrima da cui la mia anima si è liberata.
            Alla quale sarebbe meglio dire... le è stata rubata!
            Salvatore Riggio
            Composta giovedì 22 ottobre 2009
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              Scritta da: Salvatore Riggio

              Segno di stupidità

              Sul polso quel segno di sofferenza
              di una vita trascorsa ormai.
              A sfiorare con le dita quella ferita,
              un raccapriccio scese sulla schiena
              per quel che un tempo tu desiderato hai.
              Ricordare come eri ridotto da solo ti fai pena.

              Sul polso quel segno di agonia
              di una vita trascorsa ormai.
              Alla sua vista forti tremiti ritornarono
              che fecero sobbalzare il core,
              sulla fronte disurbata profonde rughe si formarono
              e le lacrime sulle guance si confusero con gocce di sudore.

              Sul polso quel segno di dolore
              di una vita, ormai passato.
              A distanza di tempo con stupore!
              Osservi quella cicatrice
              che troppi ricordi riaffiorare ha fatto
              e ti chiedi come mai tu sia ancora li.
              Ti rendi conto di quanto stupido sei stato?
              Ora si che lo sai! Te volevi morire...
              Salvatore Riggio
              Composta domenica 6 dicembre 2009
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                Scritta da: Salvatore Riggio

                Giusy

                Ti affido questo a te, ne sarai la custode,
                non importa se talvolta lo graffierai con le unghia
                poiché il tuo palmo sarà un eterna carezza a questo mio cuore.
                Ti dono tutto me, considerami pure tuo
                ma non sarò tuo schiavo, nemmeno a te sarò incatenato,
                ne sarò la tua ombra, sarò molto meglio poiché io rispetto a lei vivo
                e ci sarò sempre non solo quando ce il sole di un giorno estivo.
                Passeranno mesi, passeranno anni ma giuro ti sarò sempre accanto,
                anche nelle notti piu buie che tenebre getteranno sul tuo cammino,
                farò in modo che la fiamma che arde in me li caccino via.
                Da sempre mi chiedevo quale fosse il motivo della esistenza mia,
                adesso che t'ho conosciuta so finalmente quale sia il mio destino.
                Salvatore Riggio
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                  Scritta da: Salvatore Riggio

                  La malinconia

                  Col dolce origliare della schiuma sulla riva,
                  le ginocchia al petto e conserte le braccia,
                  un onda mi travolse fatta di sola malinconia
                  che io non potei schivare, forse neanche l'avrei evitata.
                  Sia dannata la mia anima, maledetta te che l'hai tradita!
                  Di nuovo sola rimane, come del resto lo è sempre stata.
                  Unicamente le lacrime sembran riuscir a tenerla compagnia
                  mentre l'odio s'insinuava sempre più nel profondo del mio io,
                  finché la rabbia furiosamente di tutto noi s'impadroniva.

                  Al cospetto di questo cielo dipinto di mille sfumature rosa,
                  l'onda finalmente ritrovò le vie per la sua casa,
                  E così, come era venuta, se n'era andata.
                  Quando posai il mio sguardo al cielo ormai dipinto di morte,
                  mi accorsi che trascinò con sé sia il tuo ricordo, che questo fiore...
                  Germogliatosi chissà quanto tempo fa nella mia essenza,
                  ma ahimè! Anche una parte di me si disperse assieme ad essa.
                  Salvatore Riggio
                  Composta venerdì 2 luglio 2010
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                    Scritta da: Salvatore Riggio

                    Vicini, distanti...

                    Guardai la rugiada che sui fili d'erba si ripose,
                    brillando di luce propria sotto questa luna
                    che un essere insignificante mi fece sembrare.
                    Mi persi nei meandri dei miei pensieri,
                    pensai: Quale vicini eravamo, ci ritroviamo così distanti...
                    Non sai quanto desideri riaverti, tenerti stretta,
                    per un ultima volta poterti baciare.
                    Ma ormai le nostre strade si son divise
                    ed ora percorriamo diversi sentieri.
                    Chissà quando esse si riuniranno? Ma non conta,
                    poiché già so che per te non sono più importante.
                    Salvatore Riggio
                    Composta domenica 25 ottobre 2009
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